VAR, si cambia ancora. E questa volta tocca al fuorigioco, unica certezza dall'introduzione massiccia della tecnologia nel calcio. Il calcio vuole ridare potere ai guardalinee nei casi in cui lo spazio tra attaccante e difensore sia di pochi centimetri: conterà ciò che è stato visto sul campo e non sui monitor perché, per usare le parole del segretario generale Ifab Brud, "In teoria un fuorigioco di un millimetro è fuorigioco, ma se la prima decisione è di non fischiarlo e poi il VAR deve usare 12 telecamere, vuol dire che errore chiaro ed evidente non era."
La nuova direttiva verrà comunicata a tutte le competizioni, Serie A compresa quindi, come spiega La Repubblica: è già allo studio un'informativa che spieghi come applicare (o non applicare) la tecnologia nei casi limite, quando la differenza tra i due giocatori è millimetrica. I tempi saranno brevi ma non brevissimi, il campionato ripartirà con le regole attuali ma quelle nuove potrebbero entrare in gioco già dagli ottavi di Champions League a febbraio.
La questione, oltre che filosofica (il VAR dovrebbe intervenire solo in caso di "chiaro ed evidente errore"), ha anche una spiegazione tecnica. La posizione dell'attaccante, per regolamento, andrebbe analizzata nel momento in cui chi farà l'assist sta liberandosi del pallone e in alcuni casi in sala VAR non si riesce a selezionare l'esatto frame. Tra un frame e l'altro, la posizione dell'attaccante che riceverà il passaggio può cambiare fino a 13 centimetri rendendo il caso un fuorigioco o un'azione regolare. Repubblica cita tre casi recenti: Cristiano Ronaldo in Parma-Juventus, Callejon in Sassuolo-Napoli e Jonny in Liverpool-Wolves.
Rimane un ultimo aspetto da analizzare: quale sarà la tolleranza per far sì che un fuorigioco segnalato o meno in campo diventi "chiaro ed evidente errore"? Su questo non c'è ancora chiarezza, rimane pur sempre questione di centimetri...