Gianluca Petrachi parla al sito ufficiale della Roma e manda un messaggio preciso riguardo al mercato: "Credo che a gennaio ci saranno pochi movimenti - ha detto il ds giallorosso -Kalinic si sta ritrovando e siamo convinti che nel girone di ritorno ci darà tante soddisfazioni. Per quanto ci riguarda non è sul mercato. Bruno Peres? Deve ritrovare quella fame, quell’umiltà che forse ultimamente aveva perso. La mia idea, condivisa con Fonseca, è di dargli una seconda chance, ma la prima volta che sbaglia è a casa".
Su Kalinic e il mercato di gennaio
"Credo che il mercato di gennaio sia sempre di riparazione e non di rivoluzione. In questa stagione, in un momento di grande emergenza, ci siamo guardati attorno per cercare qualche svincolato, ma era un momento delicato e ci mancava solo che mi mettessi gli scarpini io a cinquant’anni. È difficile migliorare la nostra rosa in questa fase. Noi crediamo moltissimo nel nostro gruppo. E credo che a gennaio ci saranno pochi movimenti. Poi se qualcuno, poco contento, vuole cercarsi qualche chance per andare a giocare da un’altra parte, lo prenderemo in considerazione. Sento tanto clamore, leggo molti nomi in attacco. Lo dico chiaramente: noi siamo contenti di Kalinic, è un calciatore che si sta ritrovando e lo notiamo giorno dopo giorno in allenamento. Siamo convinti che nel girone di ritorno ci darà tante soddisfazioni. I nomi che si fanno non sono veri perché Nikola, per quanto ci riguarda, non è sul mercato".
Sul rientro di Bruno Peres
"Lo conosco bene. L’ho preso io a Torino. Lui sa giocare a calcio, ma deve ritrovarsi come uomo. Tutti possiamo sbagliare. Negli anni in granata si è visto il vero Bruno Peres e io ero lì, so come ha fatto a rendere. Lui ne è consapevole: gli daremo una possibilità e la prima volta che sbaglia è a casa".
Su Fonseca
"Questo allenatore mi ha catturato. È la verità: la sua filosofia di calcio sposa totalmente la mia. Quando ho parlato ai ragazzi di Paulo, ho detto loro che mi sarebbe piaciuto tanto averlo come mio tecnico quando ero calciatore. Ti aiuta a giocare a calcio per divertirti. Ti toglie di dosso lo stress della prestazione. Questo è fondamentale. Vuole il possesso, il recupero immediato, il dominio dell’avversario: il coraggio te lo infonde veramente, è inevitabile. Essere assorbiti da concetti di questo tipo e non scendere in campo in funzione dell’avversario, per un calciatore è davvero tantissima roba".
Sulle ambizioni della squadra
"Stiamo lavorando, ma c’è ancora tanto da fare. Dobbiamo continuare su questa strada e migliorare. In questi mesi, però, ho capito che qui c’è terreno fertile per lavorare. Tanti calciatori devono crescere, soprattutto nel ritrovare la condizione migliore, anche perché con molti di loro siamo incappati in alcuni problemi fisici frutto della sfortuna. Solo così si può trovare la continuità in una squadra. Dovremmo rendere ancora più coeso questo gruppo, facendogli guadagnare ancora più autostima, che ti arriva di pari passo con le prestazioni. Se crescessimo da questo punto di vista, magari facendo qualche altro risultato importante in match cruciali del campionato, arriverebbe la consapevolezza di potercela giocare con chiunque".
Sulla sfida da ex al Torino
"Ho vissuto nove anni bellissimi. Ho dato tanto per il Toro, sono invecchiato anche fisicamente lì perché tenevo tantissimo a quei colori ed è stata una grande scuola. Aver vissuto quelle difficoltà ti aiuta per far bene in una piazza come Roma, perché se non hai vissuto certe situazioni qui rischi di essere sbriciolato. Lì ho lasciato tanti giocatori e sarà emozionante rivederli. Forse mi emozionerò di più al ritorno, perché sarà come tornare in una vecchia casa. Poi, però, subentrerà la professionalità. Non amo perdere, sono ambizioso. La sconfitta la vivo malissimo. Spero che domenica i nostri giocatori non sbaglino l’approccio alla partita".