La medicina Zlatan Ibrahimovic non ha ancora curato il Milan. Ingiusto pretendere tutto e subito da un giocatore di 38 anni sostanzialmente fermo da oltre due mesi ma è naturale che i 60mila di San Siro si attendessero dallo svedese un colpo, una magia che risolvesse la partita contro la Sampdoria, poi finita 0-0. Questa settimana servirà ad Ibra per riavvicinarsi ulteriormente alla migliore condizione ma, incrociando i numeri di ieri della sua partita e quelli della squadra, sembra che sarà lui a dover trascinare i compagni e non potrà recitare la punta di diamante di uno spartito ancora molto disordinato.
Ibrahimovic contro la Sampdoria si è visto più da collante tra reparti e rifinitore che da stoccatore. Entrato in campo al 55' al posto di Piatek, il numero 21 rossonero (che prima di ieri aveva giocato l'ultima partita in MLS il 25 ottobre) ha tirato una sola volta in porta soffrendo dello stesso male del collega di reparto polacco: la mancanza di cross e l'assistenza dei compagni in zona offensiva. Ecco perché dovrà fare pure "il regista".
Dei sedici tocchi totali, undici sono diventati passaggi per i compagni con una precisione del 63,6% (sette i passaggi riusciti). Ibra sembra essersi trovato meglio con la catena di sinistra e Calhanoglu, 45,5% dei passaggi, rispetto a quella di destra con Suso, nessun passaggio. Uno il cross su azione (riuscito) per un'occasione creata.
Nulla da dire invece sulla presenza in campo e la combattività, da sempre caratteristica dominante di Ibra. Lo svedese ha la stessa alta percentuale di duelli vinti e duelli aerei: 80% di successo. Sarà da questo, dalla voglia e dalla grinta, che il Milan dovrà ripartire per rialzarsi in campionato.