La vittoria dell’Inter a Napoli ha un valore enorme nell’economia di una stagione che propone coefficienti di difficoltà importanti ma affrontati finalmente con il giusto approccio. Le cose non capitano per caso e se quest’anno sono stati finalmente sfatati alcuni tabù, le cosiddette bestie nere come quelle del Sassuolo in trasferta, lo deve proprio a meccanismi di gioco, un progetto tecnico radicale e uno switch mentale su cui la società deve ancora lavorare ma che sta funzionando.
Se l’Inter ha trionfato su un campo dove non vinceva da 23 anni lo deve al fatto che la squadra gioca collettivamente, correndo tanto (forse troppo) e rimanendo corta, il pallone gira più velocemente in fase di possesso e le verticalizzazioni funzionano perché i recapiti sono ben due (Lautaro e Lukaku) e non più solo uno. La fase di non possesso è eccellente ma quando c’è meno attenzione si vivono pericolose pause e la squadra si normalizza. Il primo quarto d’ora del secondo tempo testimonia, al di là della forza dell’avversario, che non c’è ancora abbastanza qualità a centrocampo con le seconde linee, per poter gestire i ritmi della gara.
Lukaku è un giocatore esplosivo se ci sono partite come quelle del San Paolo. Vero, ha potuto contare su un assenza determinante come quella di Koulibaly e ha avuto a disposizione la partita perfetta, con praterie per poter fare reparto da solo, contando su un partner perfetto come Lautaro Martinez. È altrettanto vero che, mai come in questa occasione, il belga è stato un autentica portaerei, capace di accogliere ogni pallone da lui smistato o mettendosi in proprio fino a trovare la doppietta.
È vero che il Napoli ha commesso degli errori in difesa e di cui l’Inter ha beneficiato, come è vero che sta attraversando una stagione particolare. Va però detto che quando il Napoli (e non solo) batteva le brutte Inter, zeppe di problemi in questi anni, l’enfasi, il trionfalismo erano al superlativo assoluto, concedendo zero attenuanti ai nerazzurri. Queste vittorie vanno prese conoscendo i meriti ma anche la consapevolezza di cosa è andato bene. L’Inter ieri avrebbe potuto e dovuto chiudere in vantaggio il primo tempo di tre gol e si è ritrovata sopra solo di uno, come era accaduto a Firenze e in altre partite.
Ora arriva l’Atalanta e, per non perdere le vecchie abitudini, ci saranno altre assenze pesanti. I bergamaschi sono la squadra più in forma del campionato e hanno il miglior attacco in assoluto. Mancheranno per squalifica Skriniar e subito in battuta Barella, rientrato e già ammonito. Conte e Marotta hanno però introdotto la mentalità e il concetto di “zero alibi” ed è con questo spirito che l’Inter può vincere.