Il mondo dello sport continua a tenere d'occhio la situazione incendi in Australia. Come già era emerso nelle scorse ore diversi eventi in programma nelle prossime settimane potrebbero essere condizionati dai devastanti roghi che hanno messo in ginocchio il paese. Gli organizzatori degli Australian Open di tennis, in particolare, stanno prendendo in considerazione l'ipotesi di disputare il torneo al chiuso: "Abbiamo tre stadi coperti e otto campi indoor ", ha sottolineato il CEO della Federazione locale Craig Tiley.
Stando alle parole di Tiley, il primo slam del 2020 non è a rischio, considerando che gli incendi più vicini si trovano a diverse centinaia di chilometri da Melbourne e che il meteo dovrebbe essere clemente: "Le previsioni sono buone, non ci aspettiamo nessun ritardo, anche se stiamo prendendo tutte le precauzioni possibili per assicurarci che gli Australian Open si svolgano come previsto. Avremo sul posto meteorologi ed esperti della qualità dell'aria che analizzeranno i dati in tempo reale. Abbiamo anche allestito una task force a cui contribuiranno medici ed esperti locali".
Il capo di Tennis Australia ha anche sottolineato come tutti gli eventi organizzati dalla Federazione puntano a "raccogliere fondi da destinare agli aiuti". Al momento l'organizzazione sta donando 60 euro per ogni ace servito durante i tornei Down Under: già 700.000 euro sono stati raccolti e con l'inizio dello slam la cifra è destinata a crescere. Anche i big del tennis hanno cominciato a impegnarsi in prima persona: da Djokovic al padrone di casa Kyrgios, oltre a moltissimi altri sportivi (australiani e non), è già partita la corsa alle donazioni e alla solidarietà.