L'INTERVISTA

Milan, Han li torna a farsi vivo: "È stato un incubo. Elliott? Avevamo sentito parlare della reputazione del fondo..."

L’ex direttore esecutivo rossonero: "Danneggiati dai media e dai poteri forti, così abbiamo perso il Milan"

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Dopo mesi di silenzio torna a farsi vivo David Han Li. L’ex direttore esecutivo del Milan ha raccontato l’esperienza vissuta in rossonero e ha provato a spiegare i motivi della fallimentare gestione del club in una lunga intervista concessa a Forbes: "Mi sono svegliato e l'incubo era reale. Non era un sogno" racconta a 18 mesi dalla perdita del Milan e poi va all'attacco.

Il primo bersaglio sono i media: “Ci sono diversi motivi per cui siamo rimasti in silenzio. Il primo è che ora non ci fidiamo più di nessuno, si tratta anche di non avere fiducia nei media. Appena firmato l’accordo per l’acquisto del club sono trapelati tutti nomi degli investitori, è stato incredibile e ci ha danneggiato molto. Ci sono state addirittura notizie uscite dalle riunione del nostro CdA, ma non sappiamo da chi siano arrivate. I pesanti attacchi contro di noi da parte dei media hanno sempre seguito eventi importanti – ha continuato Han Li –  Nel novembre 2017, subito dopo aver firmato l’esclusiva per il rifinanziamento del debito, è apparso un articolo dannoso pubblicato sul New York Times. Un altro esempio: la mattina esatta in cui abbiamo iniziato il processo di rifinanziamento del debito a Londra, i media italiani hanno ripreso ad attaccare. Chi aveva tutte queste informazioni importanti?”.

Dal punto di vista dell'ex braccio destro di Yonghong Li non sembrano esserci dubbi: "A febbraio 2018 chiesi ad uno dei ragazzi di Elliott se fossero stati responsabili della messa in atto di quegli attacchi mediatici e se avessero voluto il club da soli. Ovviamente, ha negato. Avevamo sentito parlare della reputazione di Elliott ma non sai mai se le notizie sono reali fino a quando non conosci davvero qualcuno. Le storie avrebbero potuto essere messe lì dai concorrenti, ci sono diversi motivi per cui queste storie esistono. Non ero sicuro che le storie fossero vere… fino a dopo! Se si fossero comportati perfettamente, tutto ciò di cui avevamo bisogno era il rifinanziamento del debito. Ma questo non è accaduto come ci aspettavamo, non è andata liscia come ci aspettavamo”.

Stando ad Han Li, quando i cinesi sono sbarcati a Milano hanno incontrato molte difficoltà, si sono ritrovati soli e in un territorio ostile: "Avevamo la responsabilità del club e di milioni di fan, il che non è facile. Volevamo essere amati e rispettati, tutti lo vogliono. Avremmo potuto scegliere tutti dirigenti cinesi, ma non lo abbiamo fatto per rispetto dei tifosi: non volevamo che pensassero di avergli rubato il club. I problemi non riguardavano i tifosi – ha proseguito l'ex dirigente del Milan –, ma le persone di alto livello, le persone importanti, le persone che avevano il potere, quelle che volevano proteggere i propri interessi. Quindi è diverso. Avrebbero tentato di fare di tutto per allontanarci, per tenerci fuori dal giro".

Nessun commento sulla decisione del governo cinese di contingentare gli investimenti all'estero ("È stata una decisione presa dal governo cinese e l’abbiamo capita e rispettata"), Han Li ricorda così Berlusconi: "Gli avevamo offerto il ruolo di presidente onorario, aveva accettato all’inizio. Ma, pochi giorni prima del closing, ha affermato di non poter accettare la nostra offerta. Ci sono molte ragioni per cui gliel’abbiamo offerto. Il club ha avuto questa bellissima storia grazie a Berlusconi. Inoltre, c’era la sua influenza, la sua immagine e le sue connessioni, e questo è qualcosa che volevamo rispettare facendo questo gesto".

Infine Han Li ha confermato che l’account twitter di Yonghong Li è effettivamente gestito dall'ex proprietario del Milan: "Riceve un po‘ di aiuto con la traduzione, ma è davvero lui che parla dal cuore. È stato molto ferito da alcune delle cose false e fuorvianti che si dicevano di lui, ci sono certamente alcune notizie false che Li correggerà”.

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