Sono 68 gare in Formula 1, 6 le vittorie. Per una volta le cifre non sono in grado di raccontare una leggenda nella storia delle corse in macchina. Oggi Gilles Villeneuve avrebbe compiuto 70 anni, ma un maledetto sabato del 1982 ce lo portò via per sempre. Zolder, 8 maggio. Le terribili immagini del suo corpo, lanciato fuori dall’abitacolo di ciò che restava della Ferrari, sono un pugno nello stomaco per chi di questo ragazzo canadese era innamorato. Così, a 32 anni, ci lasciava un pilota che nella sua brevissima carriera aveva tracciato segni più profondi rispetto a colleghi che sono riusciti a vincere titoli mondiali.
L’8 maggio scompariva l’uomo e nasceva la leggenda. Gilles Villeneuve, l’aviatore, quello capace di correre su 3 ruote, quello che aveva spostato molto più in là il concetto di limite. Ogni curva aggredita come fosse l’ultima, una visione delle corse proiettata solo sull’immediato, pensando alla striscia di asfalto sotto le ruote in quel momento. Infatti Villeneuve era incapace di fare calcoli, non aveva in mente uno scenario futuro, qualità che ti permettono di vincere un mondiale. Naturalmente è lui, con Arnoux, il protagonista del duello ruota a ruota più spettacolare nella storia della Formula 1. Digione, 1979, la regia non inquadra nemmeno il vincitore, Jabouille, che porta la Renault alla prima vittoria.
Lo show infatti è dietro, dove si lotta per il secondo posto. Materiale consegnato alla cineteca di questo sport, sequenze irripetibili, come irripetibile, appunto, è stata la vicenda umana e agonistica di Gilles Villeneuve. Tradito e ferito dalla Ferrari a Imola nel confronto con Pironi, a Zolder Gilles girava con un carico di rabbia troppo pesante, probabilmente quello che lo ha portato oltre quei limiti esagerati che aveva già descritto.