ADDIO BRYANT

Kobe Bryant, l'incidente probabilmente dovuto alle condizioni meteo

L'elicottero si è schiantato a 300 km/h su una collina di 500 metri: le condizioni del terreno rendono difficile il recupero dei corpi

Kobe Bryant, tifosi dei Lakers in lacrime fuori dallo Staples Center

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Mentre il mondo continua a commuoversi e lo sport pensa a come ricordare Kobe Bryant, gli investigatori cercano di fare ordine sull'incidente che ne ha causato la morte. Le autorità locali hanno fatto sapere che intorno alla zona dello schianto c'era scarsa visibilità e il pilota dell'elicottero potrebbe essere stato ingannato dalla nebbia. Il velivolo si è schiantato a 300 km/h su una collina di 500 metri, il terreno accidentato rende difficile il recupero dei corpi tanto che i medici stimano in 48 ore il tempo necessario per l'operazione.

I DETTAGLI DELL'INCIDENTE
L'elicottero di Bryant ieri aveva lasciato Santa Ana nella Contea di Orange, a sud di Los Angeles, poco dopo le 9 del mattino ora locale (le 18 italiane) virando a est dell'Interstate 5, vicino a Glendale. I controllori del traffico aereo avevano notato una scarsa visibilità intorno alla zona. Poco dopo le 9.40 locali, l'elicottero si è trovato di fronte a una collina alta circa 500 metri e ha cercato di salire rapidamente in quota per superarla, non riuscendoci. Quando ha colpito il suolo, l'elicottero stava volando a circa 160 nodi (296 km/h) e scendendo a una velocità di oltre 1219 metri al minuto. L'elicottero si è schiantato a Calabasas, a circa 30 miglia (48 chilometri) a nord-ovest del centro di Los Angeles.

IL PILOTA POTEVA VOLARE A VISTA
Il pilota dell'elicottero a bordo del quale sono morti Kobe Bryant, la figlia Gianna Maria e altre sette persone, aveva avuto il permesso di volare in base alle 'Special Visual Flight Rules' (Vfr), ossia le regole del volo a vista, a causa delle condizioni meteorologiche (fitta nebbia). Lo si apprende da una conversazione audio del pilota con i controllori di volo. Le VFR sono regole speciali con cui viene data l'autorizzazione ai piloti di volare in condizioni meteorologiche peggiori di quelle consentite dalle norme standard. Secondo quanto riporta la Cnn, la torre di controllo dell'aeroporto di Burbank ha permesso all'elicottero di procedere verso nord-est seguendo l'autostrada I-5.

IDENTIFICATE TUTTE LE VITTIME
Le autorità americane hanno reso noto l'elenco delle nove vittime dell'incidente in elicottero, sciogliendo il riserbo sulle ultime tre persone. Si tratta di Sarah Chester, sua figlia adolescente Payton Chester e il pilota Ara Zobayan.

LA TESTIMONIANZA DEL PILOTA
Kurt Deetz, un pilota che faceva volare Bryant sul suo elicottero, ha affermato che l'incidente è stato probabilmente causato dalle condizioni meteorologiche avverse piuttosto che da problemi meccanici. "La probabilità di un guasto del motore gemello su quell'aeromobile? Semplicemente non accade", ha detto al Los Angeles Times. Il Consiglio nazionale per la sicurezza dei trasporti, infine, in genere pubblica entro 10 giorni un rapporto preliminare che fornirà un sommario approssimativo di ciò che gli investigatori hanno appreso. Ma una rapporto completo sulla causa dell'incidente può richiedere un anno o più.

ANCHE JOHN ALTOBELLI TRA LE VITTIME
C'era anche l'allenatore di baseball John Altobelli, 56 anni, fra le vittime del tragico incidente di elicottero in cui hanno perso la vita la ex star del basket NBA Kobe Bryant e la figlia Gianna. Lo ha confermato ad AP Tony Altobelli, fratello minore dell'allenatore di Orange Coast College. Morti anche la moglie Keri e la figlia Alyssa, che aveva circa 13 anni e giocava nella stessa squadra di basket della figlia di Bryant. Il sindaco di Costa Mesa, Katrina Foley, ha reso noto via Twitter i nomi delle altre persone decedute nell'incidente. Si tratta di Christina Mauser, un'allenatrice di pallacanestro femminile in una vicina scuola elementare privata, e suo marito, Matt Mauser, fondatore dei Tijuana Dogs, una popolare band dell' Orange County.

FIP: UN MINUTO DI SILENZIO SU TUTTI I CAMPI
Il presidente della Federazione Italiana Pallacanestro Giovanni Petrucci ha disposto un minuto di silenzio su tutti i campi e in ogni categoria nelle gare dell'intera settimana. Un piccolo ma sentito e doveroso gesto per onorare la vita e la memoria di Kobe Bryant, campione assoluto che ha sempre avuto nel cuore l'Italia. È quanto si legge in una nota della FIP. Kobe, scomparso ieri tragicamente in un incidente in elicottero assieme alla figlia Gianna e ad altre sette persone, è stato e sarà per sempre legato al nostro Paese.

UN MINUTO DI SILENZIO PRIMA DI MILAN-TORINO
Comunicato del Milan: "Domani sera, in occasione della partita di Coppa Italia contro il Torino, a San Siro verrà osservato un minuto di silenzio e giocheremo con il lutto al braccio in memoria di Kobe Bryant, di Gianna Maria e delle vittime dell'incidente di Los Angeles".

NEW YORK, FERMATA DELLA METRO RINOMINATA PER KOBE
Anche la città di New York rende omaggio a Kobe Bryant. Una delle fermate della metropolitana è stata rinominata 'Kobe Bryant Park'. Il memorial improvvisato è sulla 42ma strada e Bryant Park. Subito dopo la notizia della morte invece, all'esterno del Madison Square Garden, uno dei templi del basket, è stato installato un mega schermo in ricordo della star dell'Nba.

NELLA HALL OF FAME 2020
Kobe Bryant verrà introdotto nell'Hall of Fame della pallacanestro nel 2020. Lo ha confermato il presidente della Hall of Fame Jerry Colangelo. "Mercoledì ho un incontro a Dallas con la commissione per esaminare i candidati. Non ci sono dubbi, entrerà a far parte della Hall of Fame. E verrà ricordato". La leggenda dei Lakers fa parte di una lista che comprende Tim Duncan, Kevin Garnett, Tamika Catchings e Swin Cash. Anche Chris Bosh, Shawn Marion e Michael Finley fanno parte per la prima volta dell'elenco dei candidabili. I finalisti verranno annunciato il 14 febbraio, in occasione dell'All-Star Weekend. La cerimonia di introduzione della Hall of Fame è in programma il prossim 29 agosto a Springfield, nel Massachusetts.

PAOLO COELHO: "STRAPPERÓ IL NOSTRO LIBRO"
Anche lo scrittore Paulo Coelho si unisce a coloro che esprimono dolore per la scomparsa di Kobe Bryant. I due si conoscevano, e Coelho rivela oggi con un tweet che avevano un progetto comune, quello di scrivere un libro insieme. "Caro Kobe Bryant, eri molto di più di un grande giocatore - twitta lo scrittore brasiliano -. Dall'interagire con te ho appreso molto . Ora strapperò quelle bozze, quel libro ha perso la sua ragione di essere". Dal 2016, quando si era ritirato, Bryant si dedicava a progetti per i giovani, non solo di carattere sportivo. In quel periodo aveva rivelato il desiderio di scrivere un libro per l'infanzia e a persone a lui vicine aveva rivelato di aver preso contatto con Coelho per parlargliene. Nel frattempo l'ex superstar dei Lakers di libri ne aveva scritti due, 'The Mamba Mentality' su se stesso e 'Wizenard Series' assieme a Wesley King, che racconta le storie di cinque giovani cestisti. Ma il progetto che più gli stava a cuore era quello con Paulo Coelho: "let's write", aveva scritto in un messaggio al Maestro carioca che gli aveva risposto "Antyime", come rivelato ora da Coelho.

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