Jesus Suso ha lasciato il Milan. Ora che Pioli ha trovato la quadra del cerchio da quando ha spedito lo spagnolo in panchina, il Diavolo ha cambiato volto e marcia. L'arrivo di Ibrahimovic e il passaggio al 4-4-2 hanno rivitalizzato una squadra con l'acqua alla gola, mentre l'ex Liverpool è lentamente finito nel dimenticatoio dopo che per un girone intero prima Giampaolo e poi Pioli avevano puntato su di lui.
Cinque partite, tre di campionato (contro Cagliari, Udinese e Brescia) e due di Coppa Italia (con Spal e Torino), vinte di fila con un unico comun denominatore: Suso fuori dall'11 titolare. Lo spagnolo, ai ferri corti con i tifosi per la pessima prima parte di stagione, ha giocato solo 25' contro la Spal in Coppa e per il resto è sempre rimasto a guardare. Pioli al suo posto ha promosso Castillejo, che non avrà i suoi piedi ma corre il doppio e crossa con maggiore continuità e precisione. L'attacco senza di lui si è improvvisamente rivitalizzato: 13 gol in 18 giorni contro i 16 realizzati nei quattro mesi precedenti. Un'autentica metamorfosi, che ha le sue radici anche nella crescita di Rebic, fino a un paio di settimane fa autentico oggetto misterioso.
D'altronde sono i numeri a condannarlo, visto che in questo campionato ha realizzato solo un gol (con la Spal) e servito la miseria di due assist (contro Brescia e Bologna). Il rapporto con l'ambiente si è presto deteriorato e, da intoccabile nelle gestioni Montella, Gattuso e Giampaolo, il 26enne esterno d'attacco è finito fuori squadra, diventando una sorta di peso ingombrante. Un problema che Pioli a ore non avrà più, grazie a un divorzio che dovrebbe far bene a tutte le parti in causa.