Nel punto più triste della vita i più ottimisti suggeriscono di provare a tirar fuori un sorriso. Quando pensi di aver toccato il fondo l’unica via è la risalita e sulla strada non puoi che incontrare qualcosa di meglio. Think positive, anche se ovviamente la teoria è diversa dalla pratica. Solomon Thomas sedici mesi fa ha iniziato la sua risalita dal baratro, ha cercato giorno dopo giorno di dimenticare il capitolo più doloroso della sua vita non sportiva, la sconfitta più dura da digerire, quella di sua sorella maggiore Ella, vinta dalla depressione.
Non solo un familiare strettissimo, ma anche una migliore amica, una guida, un’atleta come lui, forte, esuberante, alta e bella. Perderla ha significato per Solomon Thomas combattere improvvisamente contro il rimorso, i sensi di colpa, i pensieri più terribili, un fremito ha scosso la sua vita, ma soprattutto la sua carriera. Difficile dare il meglio di sé quando la testa è altrove. Thomas è riuscito pian piano a ripulirla, a sistemare Ella e il suo ricordo in un angolo del suo cuore utile a guidarne la rinascita, la crescita, a restituire stimoli e ambizioni fino a trovare la stagione della consacrazione, del successo, quella che gli regala ora l’opportunità di vincere un titolo con i San Francisco 49ers, una sceneggiatura scritta direttamente sulla pelle del protagonista.
Un lungo processo di guarigione da quelle ferite mentali che avevano trasformato un prospetto di campione scelto nel 2017 col numero tre da San Francisco in un defensive end normale. Trovata la pace interiore, è pian piano riemerso il campione visto a Stanford ai tempi dell’università. Il compagno di linea difensiva Arik Armstead ha spiegato come il miglioramento di Thomas sia stato incredibile ed evidente nel corso dei mesi: "Solomon ha giocato alla grande ed è davvero emozionante vederlo all'opera. Siamo fratelli sul campo, più pensiamo al collettivo meglio giochiamo. Dopo quello che ha passato è un sollievo vederlo giocare cosi bene anche se farà i conti per sempre con la tragedia che ha colpito la sua famiglia. Voglio davvero il meglio per lui e per la sua carriera dentro e fuori dal campo".
Richard Sherman, un altro leader della difesa dei 49ers, ne ha raccontato l’ascesa descrivendolo come un uomo riuscito finalmente a spezzare le sue catene. Il Super Bowl potrebbe restituirgli ciò che la vita gli ha tolto in eterno in termini di gioia e serenità. Sua sorella tiferà per lui da lassù, gli trasmetterà come in vita la grinta e la cattiveria agonistica che lui candidamente confessava agli allenatori di aver preso proprio da Ella durante le baruffe fratello/sorella. Il cielo di Miami in qualunque momento caldo del Super Bowl garantirà a Solomon Thomas il suo time out, uno sguardo lassù per incrociare quello di Ella, per trovare l’ispirazione e conquistare magari quel trofeo da dedicarle per riportarla almeno un minuto al suo fianco in un momento di gioia. Un attimo di felicità come i mille vissuti da bambini prima dell’arrivo di quella brutta compagna chiamata depressione.