Non solo qualità in mezzo al campo. L'Inter si regala anche un cecchino sui calci di punizione. Christian Eriksen colma così una lacuna nella rosa di Antonio Conte e riaccende una vecchia tradizione nerazzurra ormai persa negli ultimi anni. Il fantasista danese è in grado di segnare direttamente da calcio piazzato, come sanno bene anche i tifosi della Juventus, ma è soprattutto in grado di regalare palloni deliziosi per i compagni: 14 i gol su punizione, addirittura 62 gli assist, tanto da capeggiare la graduatoria in Premier negli ultimi sei anni e mezzo.
L'Inter ha sempre avuto una tradizione piuttosto ricca di specialisti a partire da Mario Corso, sempre pericoloso col tiro a foglia morta a scavalcare la barriera. In tutt'altra maniera sapeva superare i muri rivali Lothar Mattheus, che ha sempre preferito calciare di potenza, provare a sfondare la rete avversaria.
Da un'epoca all'altra, in tempi più recenti il club nerazzurro ha addirittura avuto abbondanza di tiratori. Il piede sinistro del Chino Alvaro Recoba è stato capace di disegnare traiettorie impossibili, sapendo unire alla precisione anche una forza quasi unica, tanto da potersi permettere di calciare da distanze quasi probitive. Una qualità che spesso ha privato del pallone addirittura Ronaldo, magari non uno specialista, ma certamente in grado di far male anche con la palla ferma.
Fenomeno in tutto che avrebbe dovuto avere il suo erede in Adriano. Il brasiliano ha sempre avuto la dinamite nei piedi, pur senza venir meno la precisione. Il migliore però è probabilmente stato Sinisa Mihajlovic, che proprio con l'Imperatore si è dovuto dividere il compito, addirittura improvvisando modi originali per decidere chi avrebbe vinto il diritto a tirare.
L'ultimo, almeno prima dell'arrivo di Eriksen, è stato Wesley Snejider. Rincorsa corta, palla precisa dove il portiere fatica ad arrivare. Un valore in più che ha contribuito a tante vittorie, proprio quello che l'Inter si augura con l'arrivo di un altro cecchino da fermo.