Il Milan visto contro il Verona aveva poco a che fare con quello ammirato nel mese di gennaio. Tra indisponibilità dell'ultimo momento e squalifiche, Pioli si è trovato a dover ridisegnare l'assetto rossonero azzardando, contro una squadra che fa della organizzazione e dell'aggressività la propria forza. Contro l'Inter il tecnico dovrebbe poter tornare al passato, a partire dall'uomo-chiave della mini-rinascita milanista del 2020: Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese, non convocato contro l'Hellas per un problema al polpaccio e per l'influenza, è atteso a Milanello martedì per l'allenamento e nell'ambiente c'è ottimismo.
L'ex più atteso, e al momento più "odiato" dai tifosi nerazzurri, dovrà prendersi nuovamente sulle spalle una squadra che senza la sua guida si è un po' persa nella frenesia della sfida col Verona. Tenuta in piedi da una punizione deviata di Calhanoglu e dai pali nella ripresa. Tutto lo scacchiere è sembrato vacillare con qualche passo indietro di quei giocatori che nell'ultimo mese sembravano rinati. Questo però perché l'influenza e le squalifiche si erano portati via buona parte dell'ossatura recente. Non solo Ibra, anche Kjaer e Conti sono stati messi ko dai malanni di stagione, mentre Bennacer - faro del centrocampo - ha scontato la squalifica. Tutti recuperabili per il derby: questa è la buona notizia.
Per il resto il Milan che si avvicina al derby contro la corazzata di Conte è lo stesso enigmatico di tutta la stagione, già Ibra-dipendente almeno dal punto di vista caratteriale. Senza lo svedese è mancata la determinazione sotto porta e la personalità di tentare le giocate è stata esclusiva della fascia sinistra con Theo Hernandez e Rebic spavaldi, coraggiosi ma imprecisi e talvolta distratti. Episodi che contro l'Inter non potranno ripetersi. Pioli per riprendersi la città dovrebbe poter schierare la formazione tipo con due ballottaggi: Kjaer o Musacchio al fianco di Romagnoli; Calabria o Conti in difesa.