L’effetto Gattuso ha rilanciato il Napoli in direzione Europa. E non soltanto l’Europa League, che oggi dista due punti, ma addirittura la zona Champions, tornata nel mirino azzurro con soli 9 punti da recuperare. In 54 giorni di Ringhio il Napoli è tornato ad essere una squadra competitiva, grazie alle tre vittorie di fila, contro la Lazio (qualificazione alle semifinali di Coppa Italia) , la Juventus e ieri sera in casa della Sampdoria. Un lavoro di ricostruzione e di risalita, favorito dal recente andamento lento delle formazioni in orbita Europa, ma soprattutto dovuto ai 40 allenamenti che l’ex allenatore del Milan aveva chiesto per rigenerare anche atleticamente una squadra formata da calciatori che avrebbero potuto lottare per lo scudetto, se ci fosse stato Gattuso in panchina dal primo giorno di allenamenti questa estate a Dimaro.
Gli acquisti a gennaio di Demme, Lobotka e Politano, oltre ai recuperi di Mertens, Maksimovic, Koulibaly e Allan (tutti in panchina ieri sera al Ferraris), permetteranno al tecnico calabrese di avere a disposizione un organico che si giocherà il tutto per tutto nelle prossime otto gare di campionato, 6 alla portata del Napoli (Lecce, Cagliari, Brescia, Torino) prima dei due scontri diretti a Bergamo con l’Atalanta ed al San Paolo contro la Roma. Se il Napoli ora è tornato a lottare per un obiettivo anche in campionato, è tutto merito di Gattuso, diventato in meno di due mesi un tecnico con il quale si può immaginare anche un progetto tecnico di medio-lungo termine.
Se ne sta convincendo anche il presidente De Laurentiis che a fine marzo chiederà a Gattuso di incontrarsi per progettare la prossima stagione. E così, quello che avrebbe dovuto essere solo un traghettatore verso un allenatore diverso per la stagione 2020-2021, oggi sta dimostrando di essere diventato un tecnico in grado di gestire la stagione del rilancio partenopeo. La squadra ha ricominciato a giocare con geometrie molto simili a quelle di Maurizio Sarri e sulle quali Gattuso ha organizzato la fase di addestramento, diventata più semplice del previsto: tutti i calciatori della rosa non chiedevano altro che tornare a giocare con quel 4-3-3 che avevano mandato giù a memoria nel corso del triennio sarriano. Non è ancora possibile ipotizzare come chiuderà la stagione il Napoli, ma di certo sono tutti a conoscenza che la squadra azzurra diventerà una mina vagante di questo campionato. Aspettando la ricostruzione che comincerà nel prossimo, ancora a guida Gattuso.