Sinisa Mihajlovic compie 51 anni, un compleanno ancora più significativo dei precedenti cinquanta perché di fatto entra nel pieno della "terza vita" dell'allenatore serbo. C'è stata quella da calciatore, iniziata al Vojvodina per poi diventare celebre alla Stella Rossa prima di intraprendere il viaggio in quella che è diventata la sua seconda casa: l'Italia. Roma, Sampdoria, Lazio e Inter. In tutto sedici trofei alzati, tra i quali una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale, prima del ritiro e la nuova avventura come allenatore.
Un po' di apprendistato in nerazzurro e poi l'avventura come primo allenatore al Bologna nel 2008. A seguire le panchine di Catania, Fiorentina, Serbia (come ct), Sampdoria, Milan e Torino prima del ritorno in rossoblù, dove insegue l'Europa League: è al decimo posto ma a due punti dal sesto. E proprio l'avventura emiliana lo ha messo di fronte alla sfida più dura della sua vita, quella contro la malattia.
Lo scorso luglio l'annuncio della leucemia, la vicinanza della città e della gente di tutta Italia, la battaglia, il trapianto di midollo osseo e il miglioramento delle condizioni tanto che Sinisa, appena può, va in panchina per aiutare il Bologna ad inseguire il sogno europeo. La terza vita di Mihajlovic è iniziata, con la grinta e la personalità delle altre due ma con un po' di pazienza in più e qualche incazzatura in meno, come ha dichiarato lui stesso ma sempre guardando in faccia ogni sfida che gli si pone di fronte.
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