Rudi Garcia, allenatore del Lione e prossimo avversario della Juventus in Champions League, ha parlato della sfida degli ottavi contro i bianconeri, del suo passato sulla panchina della Roma e di molto altro in una lunga intervista al Corriere dello Sport: "Con il VAR gli arbitraggi sono più giusti, ho lasciato il violino in Italia - ha detto - come si ferma Cristiano Ronaldo? Magari alla frontiera".
"Il violino è rimasto nell'armadio quando ho lasciato l'Italia. Mi venne istintivo, volevo difendere la mia squadra da quello che ritenevo fosse un torto - ha ricordato il francese - La mia Roma avrebbe vinto lo scudetto con il VAR? Non lo so, ogni epoca fa storia a sé. Non ho mai avuto la percezione che la Juventus fosse favorita dagli arbitri, ma con il VAR gli arbitraggi sono più giusti. Una cosa che noi allenatori chiediamo agli arbitri è di non accontentarsi del silent check. Dovrebbero andare a rivedere tutti gli episodi contestati invece di aspettare in mezzo al campo la conferma, altrimenti l'arbitro vero diventa il VAR".
Chiuso l'argomento arbitri si torna sulla sfida, che per i francesi si preannuncia proibitiva: "La Juve vincerà la Champions? Non lo so, ma so che la loro priorità è riuscirci dopo tanti scudetti. Non credo che Ronaldo sia andato alla Juve per vincere solo in Italia - ha detto Garcia, che però sogna l'impresa - La mia speranza è che ci sottovalutino: il sorteggio per loro obiettivamente poteva essere peggiore". "Per il mio Lione è una grande occasione - ha continuato - passare il turno sarebbe un vero exploit. Soprattutto senza Depay, che è il nostro Ronaldo. Immaginate la Juve senza CR7, fatte naturalmente le debite proporzioni. Come si ferma Cristiano Ronaldo? Si ferma alla frontiera, se decide che Lione non gli piace e non vuole giocare qui. Scherzi a parte, si può contenere con una fase difensiva di squadra. Inutile ingabbiare lui se devi lasciare spazio a Dybala o Higuain. Dirò a tutti che è un challenge, una sfida. La motivazione dev'essere questa. Anche per me".
In Italia la Juve recentemente è stata fischiata dai suoi tifosi: "Eppure è in corsa per tutti i traguardi - ha sottolineato il tecnico - Per me è difficile giudicare, conoscevo meglio la Juve di Allegri che ha fatto grandi risultati. Comunque sarà un vero piacere rivedere Pjanic e Szczesny. A Mire non dovremo lasciare spazi perché è un giocatore che fornisce molte munizioni agli attaccanti, senza contare i calci piazzati".
Da due ex giallorossi al momento no della Roma: "Non so se abbia inciso la transizione societaria, non conosco i dettagli. Ho visto la partita di Bergamo, sarebbe stato meglio non perderla ma si può rimediare. Sono convinto che la squadra alla fine andrà in Champions - le parole di Garcia - A Fonseca dico di tapparsi le orecchie e andare avanti con le sue idee - ha aggiunto - Mi hanno parlato bene di lui, l'ho anche incontrato in un forum a Nyon. Se prima di Natale funzionava, tornerà a funzionare".
"Totti? Ne ho sentite tante sul nostro rapporto. Che in realtà è sempre stato buono. Quando firmai per la Roma, gli chiesi se avesse ancora motivazioni alte. Mi rispose che avrebbe desiderato vincere, proprio come me. Totti non è mai un problema, semmai una soluzione. La Roma senza lui, De Rossi e Florenzi? Niente dura per sempre, però fa un certo effetto perché il senso di appartenenza è importante a Roma. Di sicuro se ci fossi stato io come allenatore avrei accompagnato certi campioni all'uscita con un garbo differente. Forse l’addio poteva essere gestito meglio".