I tedeschi, dall’Elba a Costanza, sono uniti da due sole cose: l’odio per il RB Lipsia, perché è un club costruito dal nulla e sul nulla grazie ai soldi della Red Bull che però non appare nella gerenza, e quello per Dietmar Hopp, il self-made-man di Sinsheim che, ugualmente da zero, ha creato con i (suoi) soldi il fenomeno Hoffenheim, di cui è presidente, eludendo, dicono, i controlli di fair-play economico dei vertici della Bundesliga. E’ un sonoro ceffone al rigore che ha sempre contraddistinto la lega, la prima, tanto per capirci, ad introdurre i massimi salariali e poi ad espellere chi ha solo provato (il caso Arminia Bielefeld, anno 1971) ad alterare risultati di partite di campionato.
Il caso-Hopp è esploso il 22 settembre quando i tifosi del Borussia Dortmund, nella partita contro l’Hoffenheim, hanno srotolato un telo con disegnata la faccia del patron nell’occhio di un mirino di precisione, e poi insulti a gogo…. Per la SudTribune – non a caso avvelenata anche contro il Lipsia per la sua ascesa ‘facile’ – il re tedesco del software avrebbe ucciso con i suoi finanziamenti ‘a babbo morto’ la logica dell’equilibrio finanziario del campionato.
Il Sun aveva sparato la notizia rendendola di dominio pubblico anche in Inghilterra facendo intanto crescere l’odio contro Hopp (e stavolta si sono scatenati i tifosi del Bayern), che ha 79 anni, e che ha speso 100 milioni di Euro solo per costruire la Rhein-Neckar-Arena a Sinsheim, cittadina di 35000 abitanti di cui Hoffenheim (che conta 3000 anime) è una insignificante frazione rurale. Un mecenate, questo Hopp, ma anche un megalomane, che ha acquistato un resort nel sud della Francia direttamente dall’attore Sean Connery. Uno che si è fatto dedicare, da un amico astronomo, un asteroide nel 2008. Per essere sempre in orbita, non solo nel calcio.