Il coronavirus ha gettato la Serie A nel caos e la Lega ha deciso per il rinvio di diverse partite. Una situazione che ha toccato in particolare l'Inter, che si trova già a con due partite in meno rispetto alla Lazio capolista e non sa se potrà giocare la prossima a San Siro col Sassuolo, e una situazione che ha fatto infuriare l'ad nerazzurro Beppe Marotta, che alza la voce in un'intervista alla Gazzetta dello Sport.
"Tutta questa vicenda è stata affrontata male, con troppa leggerezza - attacca Marotta - Andava gestita con tempistiche diverse, anche per evitare certe allusioni. La Lega aveva deciso per le porte chiuse giovedì, poi venerdì il ministro Spadafora aveva sconsigliato questa strada. A quel punto l’errore è stato del presidente di Lega, Dal Pino, che ha deciso senza interpellare nessuno. Non va bene, la cosa è molto grave. Ecco perché come Inter abbiamo chiesto e ottenuto un Consiglio di Lega straordinario per domani (oggi, ndr) alle 12. Così avremo modo di discutere del futuro. Perché quel che accadrà da adesso in poi mi preoccupa, per il mondo del calcio".
"Sono preoccupato per Inter-Sassuolo di domenica prossima - continua Marotta - A porte chiuse non si può giocare, sarebbe assurdo usare uno strumento che solo una settimana prima non è stato considerato adatto per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Le porte chiuse non esistono, stop, fine dei discorsi. Il peccato originale è il rinvio di Inter-Sampdoria di domenica scorsa: quella gara si sarebbe dovuta giocare a porte chiuse. E dico di più: per questa giornata andava usato lo stesso criterio per tutte le squadre, al massimo si sarebbe dovuta rinviare tutta la giornata. L'Inter è danneggiata, il calendario di maggio è incredibile" (9 partite in 24 giorni, ndr).
Poi l'affondo: "Il campionato rischia di non concludersi? Sì, se dovessero saltare altre partite sì. E poi mi chiedo: perché è stata decisa la data di Juventus-Inter prima di quella di Inter-Sampdoria? In base a quale principio? Il torneo è falsato. È alterato nei suoi equilibri. Basti pensare solo agli infortuni e alle squalifiche. E poi ci sono gli aspetti psicologici di una squadra, dovuti alla classifica".