Primo giorno da allenatore del Cagliari per Walter Zenga, subentrato all'esonerato Rolando Maran: "La prima cosa che ho fatto è stata chiamare Maran, perché lo stimo molto - ha detto in conferenza - Mi sono prefissato di ridare entusiasmo e follia a questa squadra. Cercherò di far cambiare idea a chi è perplesso. Salvezza? Ho trovato una squadra non a mille, ma guardo al futuro con ottimismo. Mio figlio non vede l'ora di venire a veder giocare Joao Pedro...".
Zenga si trova davanti a una grande sfida, rilanciare una squadra che non vince da 11 partite dopo una prima metà di stagione che aveva fatto sognare: "Riparto dal girone di andata, sono venuto perché ritengo che il Cagliari sia una squadra con una grande storia, che rappresenta una regione, con dei valori - ha detto - L'ho visto tante volte giocare e col presidente c’è un rapporto di stima reciproca da tanti anni".
L'ex portiere è tornato anche sul rifiuto di qualche anno fa: "Era un momento particolare, avevo i bambini piccoli. Ma soprattutto perché c’era di mezzo Gianfranco Zola e non mi sembrava il caso di mettermi in ballottaggio con un mito".
Sulla tattica Zenga ha spiegato: "Sono i principi di gioco che contano, le motivazioni. Poi le soluzioni tattiche possono essere tante. Vediamo cosa fare, non è un dogma giocare col 4-3-3 o 4-3-1-2. Il dualismo Cragno-Olsen? Male che vada gioco io - ha scherzato - Non siamo qua per parlare di questo. Il fatto che io possa scegliere è molto positivo. L’unica cosa ora è ridare fiducia ai giocatori che hanno deluso nell’ultimo periodo. Per seconda cosa farò capire che non ci sono gerarchie, gioca chi merita il posto".
Infine una battuta su una leggenda di Cagliari come Gigi Riva: "La terza persona che ho chiamato per avvisare della mia nuova esperienza è stato lui".