In questo momento il focus del calcio italiano è rivolto soprattutto alla ripartenza della Serie A (oltre alla questione Coppa Italia) ma il decreto governativo che ha imposto un mese di manifestazioni sportive a porte chiuse non fa distinzioni di competizione. Così, sembra scontato ma meglio ricordarlo, avverrà anche per le coppe europee: si può dire sin da ora che Juventus-Lione. Inter-Getafe e Roma-Siviglia si giocheranno senza tifosi.
La Uefa dovrà quindi adeguarsi alla scelta del governo italiano sia in Champions League che in Europa League (anche se, a dire il vero, sembra più l'ipotesi contraria visto che mentre si era rinviata Inter-Sampdoria, il massimo organismo calcistico europeo aveva scelto di far disputare Inter-Ludogorets a porte chiuse). Per gli eventuali quarti di finale delle due competizioni va invece attesa l'evoluzione dell'emergenza sanitaria in Italia e in Europa: Champions ed Europa League torneranno il 7-8-9 aprile quando l'attuale decreto sarà scaduto ma al momento si naviga ovviamente a vista.
Se fino al 3 aprile giocare a porte chiuse è una certezza, il Corriere della Sera ragiona anche su uno scenario decisamente più emergenziale ma non da scartare a priori. Considerando le misure di sicurezza prese da Pianese (alcuni giocatori positivi al coronavirus) e Juventus U23 (che aveva affrontato in campo i toscani), se accadesse la stessa cosa in Serie A non ci sarebbero alternative allo stop e alla definitiva sospensione del campionato. Se un calciatore fosse contagiato e squadre e avversari dovessero andare in quarantena, il calcio italiano e il suo calendario infatti non riuscirebbero a sopportare un ulteriore rinvio di partite.