Figc, Gravina: "Il taglio degli stipendi non è tabù"

"Abbiamo ipotizzato la partenza della Serie A il 3 maggio, possibile cambio di format"

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In attesa di capire quando la Serie A potrà riprendere, uno degli argomenti di queste ultime ore è la possibilità che i club taglino gli stipendi dei calciatori nel caso in cui la stagione non debba chiudersi regolarmente. "Non è tabù pensare al taglio degli ingaggi dei calciatori, mi riferisco soprattutto a livelli particolarmente importanti. Siamo chiamati tutti ad un gesto di responsabilità", ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina.

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Adesso, però, bisogna pensare soprattutto a salvare la stagione. ""Abbiamo ipotizzato la partenza della Serie A per il 3 di maggio, per finire il 30 giugno. La partenza più ottimistica è quella del 14 aprile, la seconda è ai primi di maggio, l'ultima al 13 di giugno. Nella malaugurata ipotesi non dovessimo riuscire a finire entro fine giugno, chiederemo a Governo, Uefa e Fifa la possibilità di sforare 10-15 giorni nel mese di luglio", ha aggiunto a Radio 24,.

Sulla formula: "L`obiettivo è giocare il più possibile con, se dovessero rendersi necessari, anche cambi di format, quindi con play-off o play-out. La nostra posizione è stata quella di dare priorità alle competizioni nazionali con la possibilità di inserire date di gare per Champions ed Europa League. I campionati nazionali possono essere gestiti autonomamente, tenendo conto anche delle date internazionali. Non vogliamo penalizzare nessuno, sappiamo benissimo che in caso di impossibilità di completamento di tutte le gare dovremo attuare modifiche della formula".

Comunque andrà, il rischio di danno economico è notevole: "Sui danni economici la federazione sta raccgliendo tutti i dati che le singole Leghe stanno elaborando. Noi sappiamo che esistono degli accordi di natura contrattuale. Per questo l'idea è quella di giocare affinché il danno sia limitato. Si parla di 170-200 milioni per arrivare, con il blocco dei tornei, fino a 700 milioni di danni effettivi".

"E' un momento di riflessione e su questo stiamo predisponendo una serie di richieste. Chiederemo una sorta di riconoscimento di forza maggiore per fare in modo che possa esserci la possibilità di rinegoziare anche al nostro interno alcuni contratti di mutualità. Il nostro mondo deve dare un segnale di autosostentamento e solidarietà interna. La Uefa sta organizzando un gruppo di lavoro per valutare l'impatto economico. Oggi dobbiamo recuperare un po' di lucidità e tentare di maniera decisa su una diversa ipotesi di calendario. Se riparte il campionato italiano ripartono entusiasmo e speranza di tanti italiani che aspettano qualche sprazzo di luce", ha concluso.

SPADAFORA: "3 MAGGIO? SI PUO' MA NON E' CERTO. TAGLIO INGAGGI? IL PAESE HA ALTRI PROBLEMI"
E' ferma e chiara la posizione del ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, sui contratti dei calciatori.  "Sono perfettamente d'accordo con il presidente della Figc, Gabriele Gravina: non solo gli ingaggi dei calciatori non devono essere un tabù, ma quando supereremo quest'emergenza sanitaria, le priorità di questo Paese saranno tante e tali, per cui dovremo mettere in discussione tante cose che riguardano l'occupazione, l'industria italiana, i lavoratori autonomi - ha spiegato -. Direi, quindi, che il tema degli stipendi dei calciatori non sarà un problema, oltre a non essere un tabù. Non lo metterei neanche nella lista dei problemi". "Abbiamo visto quanto il mondo del calcio sia importante per gli italiani e va benissimo così, ma dev'essere soltanto tifo, stare insieme - ha aggiunto -. Non dimentichiamo che la maggior parte delle squadre hanno esposizioni di debito veramente elevate, quindi inviterei tutti ad avere contezza del periodo difficile che stiamo vivendo, a cominciare proprio dalle società di calcio e dai club di Serie A".

Poi qualche battuta sulla possibile data per la ripartenza della Serie A. "La ripresa della Serie A il 3 maggio è la data che noi auspichiamo, però non diamolo per certo, perché le decisioni si assumono nei momenti di grande responsabilità -ha spiegato il ministro Spadafora -. La situazione medico-sanitaria cambia e si evolve continuamente: a oggi il 3 maggio è la data possibile, ma non lo darei per certo ed è difficile pensare già per il 3 maggio le partite a porte aperte. Lo vedremo nelle prossime settimane". "Sarei molto cauto nell'affermare che il 3 maggio si partirà in maniera 'normale' e con gli stadi completamente pieni: a un mese e mezzo di distanza credo sia ancora un auspicio, non una certezza - ha sottolineato l'esponente del Governo -. Del resto il mondo del calcio ha capito molto in ritardo che doveva fermarsi e abbiamo visto le conseguenze". "Riprenderemo quando siamo certi che non ci saranno piu' pericoli negli stadi dove si incontrano decine di migliaia di persone - ha concluso Spadafora -. Eviterei di ripetere quella noncuranza che la Lega di Serie A ha già abbondantemente manifestato e dimostrato".

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