Da quando a gennaio è tornato in patria, lo spagnolo Suso, fischiatissimo dai tifosi del Milan nell'ultimo periodo in rossonero, sembra essere rinato: 1 gol e 1 assist in 8 presenze tra Liga ed Europa League prima dello stop con la maglia del Siviglia, dove non ci ha messo molto per prendersi il posto da titolare sulla fascia destra dell'attacco. E ora il classe 1993, che è in prestito con diritto di riscatto (pronto a trasformarsi in obbligo al verificarsi di determinate condizioni), vuole restare nella squadra di Monchi e ne ha parlato senza mezzi termini in un'intervista in cui non ha risparmiato qualche frecciata al suo ex club.
"Lì ci sono stati tre presidenti, diversi allenatori, dozzine di giocatori... - ha detto Suso ad As parlando dei cinque anni trascorsi a Milano - È difficile iniziare qualcosa di solido. Ogni anno si ricomincia da capo, tutto è completamente diverso". Ed è per questo che lo spagnolo ha tutta l'intenzione di guadagnarsi la riconferma al Siviglia: "Vorrei rimanere qui, spero proprio che questo accada. Spero di poter giocare in Champions, sarebbe bello. E di vincere qualcosa, ovviamente. Il gap con le grandi si può accorciare grazie al lavoro, all'intensità e alla passione. Monchi ha fatto molto bene fin dal suo arrivo".
"Continuo ad allenarmi a casa e in giardino, ma è un po' monotono. Nessuno avrebbe mai immaginato una situazione del genere - ha detto ancora Suso parlando dell'emergenza coronavirus - Quando accadono queste cose però il calcio passa in secondo piano. Mi dispiace perché qui mi stavo ambientando bene e Luis Enrique contava quasi sempre su di me verso gli Europei, ma prima di tutto c'è la salute delle persone". "Nessuno immaginava che avrebbe avuto un tale impatto. In Spagna la sanità è ottima. A Milano non hanno posto nemmeno per i malati, questo è critico. La famiglia di Musacchio, ad esempio, è partita per la Spagna una settimana fa e lui è rimasto da solo" ha aggiunto.