Alla fine dovrebbe prevalere la linea Gravina, che poi è la linea di quasi tutto il calcio europeo. Il campionato, anzi, i campionati, si chiuderanno regolarmente. Niente classifiche congelate e titoli non assegnati. Si andrà fino in fondo e fino in fondo significa che si giocherà fino a estate inoltrata. Coronavirus, ovviamente, permettendo. In questi giorni i presidenti di Serie A si sono confrontati, anche aspramente, per cercare di trovare una soluzione a questo strano e maledetto anno calcistico. Detto che le ipotesi sul tavolo restano molte e piuttosto variegate, l'idea che sembra prendere corpo è quella di far ripartire la Serie A a fine maggio quando, cioè, è presumibile che l'emergenza pandemia sia passata.
In questo fitto parlarsi c'è ovviamente la necessità di trovare la quadra anche con la Uefa. L'Italia, ma come detto un po' tutte le leghe europee, propone di fatto di giocare solo i rispettivi campionati fino a metà luglio (concentrando il calendario in un mese e mezzo) e lasciare poi spazio alle coppe successivamente. Per dire: Barcellona-Napoli, atteso ritorno degli ottavi di Champions, potrebbe giocarsi il 18 luglio. Come, vale a dire se a porte aperte o chiuse, e perfino dove (bisognerà valutare nel frattempo l'espandersi e, si spera, lo scemare dell'epidemia) è da vedere.
Il tutto per archiviare questa stagione e ripartire con la prossima a metà settembre. In ritardo rispetto al solito, va da sè, ma in tempo utile da lasciare spazio a tutte le competizioni e arrivare agli Europei non proprio con l'acqua alla gola (chiusura dei campionati prevista entro il primo giugno). Di sicuro anche il prossimo sarà e sarebbe un anno fitto di incontri e con pochissime pause. Intanto, poco alla volta, ed è già un passo decisivo, sta prevalendo la linea del "calcio a tutti i costi", che vorrebbe dire, appunto, anche limitare i danni economici per i club ed evitare code polemiche, se non addirittura giudiziarie, che potrebbero derivare dal congelamento delle classifiche con relative iscrizioni alle coppe della prossima stagione. E' la soluzione più logica, anzi, tutto sommato è l'unica soluzione percorribile. Ma siamo in ogni caso legati agli eventi e a quello che sarà dell'Europa nei prossimi due mesi. Perché per ricominciare a parlare di pallone, bisogna prima, necessariamente, vincere la partita con il coronavirus.