"È come un camion che ti investe", aveva detto raccontando per la prima volta la sua esperienza da contagiato dal coronavirus. Ora Pepe Reina sta meglio, dopo aver passato la prima settimana chiuso in una stanza. Il momento peggiore è alle spalle, soprattutto quei venticinque minuti in cui non respirava più: "Mi è mancato l'ossigeno, come se la gola si fosse improvvisamente ristretta e l'aria non riuscisse a passare. Il fisico ha reagito bene. Alla fine è stata come una forte influenza".
A diagnosticargli il Covid-19 sono stati i medici della Premier: "Qui in Inghilterra i tamponi li fanno esclusivamente ai malati gravi, nel mio caso non c'erano dubbi - ha proseguito il portiere ex Napoli e Milan al 'Corriere dello Sport' - Mi hanno dato tutte le informazioni necessarie, oltre al protocollo da seguire". Fino a maggio è in prestito all'Aston Villa, poi? "Adesso non so più quando né come finirà. Da queste parti la situazione si è aggravata negli ultimi cinque, sei giorni. Le restrizioni sono minori rispetto a quelle italiane". Il suo pensiero va poi al suo paese, la Spagna, dove l'emergenza coronavirus è drammatica: "Si sono mossi in ritardo, temo che la Spagna supererà l’Italia dal punto di vista dei contagiati e dei morti".