Fabio Radaelli, coordinatore delle giovanili del Racing di Avellaneda, riavvolge il nastro della memoria e torna con la mente a quel giorno del 2014 quando ricevette una telefonata di Cecilia Contarino, psicologa alle dipendenze dello stesso club argentino: "Fabio, io non so come come gioca questo ragazzo, ma so per certo che un test psico-attitudinale come il suo è tra i migliori che abbia mai visto nella mia carriera". Quel ragazzo era Lautaro Martinez, lanciato poi quasi subito in prima squadra su consiglio dello stesso Redaelli: "Ci chiedevamo se fosse destro o mancino perché a volte controllava la palla allo stesso modo con entrambi i piedi. In dieci minuti mi resi conto che era un giocatore diverso dagli altri. Oggi si parla di lui come il prescelto di Messi: per giocare con Leo serve essere molto intelligenti e Lautaro è molto intelligente. Bisogna essere molto attenti a qualsiasi cosa faccia Messi perché in ogni momento può darti un pallone incredibile. Lautaro può essere un gran 9 per lui, ha caratteristiche che si incastrano perfettamente per il gioco di Leo".
Una lunga e articolata intervista quella di Radaelli al Mundo Deportivo, quotidiano catalano che da tempo ormai spinge sull'acceleratore dell'accordo Barcellona-Lautaro. Questo, però, senza fare i conti con la volontà dell'Inter. E con quella del giocatore stesso. Ma tant'è, l'uomo che scoprì dunque il Toro prosegue e non ultimo si lancia anche in paragoni per nulla azzardati: "Dentro l'area, Lautaro è uguale a Suarez per opportunismo e senso del gol. Ha 23 anni ma è un animale nato per il calcio. Messi sa scegliere. Per me è un misto tra Juan Esnaider e Diego Milito. Si potrebbe paragonare anche a Batistuta ma Bati non aveva il controllo di sinistro di Lautaro".