Negli ultimi dieci anni la produzione (annua) di litio è passata da 25.400 a 85.000 tonnellate e secondo le previsioni, la domanda a livello mondiale raddoppierà (e oltre) entro il 2023. Il motivo è senz'altro legato alle batterie dei veicoli elettrici, anche se l'utilizzo riguarda computer, smartphone e le industrie di vetro e ceramica. Le maggiori riserve oggi conosciute sono in Cile (8 milioni di tonnellate), Australia (2,7 milioni di tonnellate), Argentina ( 2 milioni) e Cina (1 milione), mentre in Portogallo ce n’è in piccole quantità.
Le riserve globali sono stimate intorno ai 14 milioni di tonnellate, cioè 165 volte il volume produttivo del 2018. Viene estratto dalle miniere o dai deserti salati, portando in superficie l'acqua sotterranea e facendola evaporare.
Date le criticità e le critiche sollevate da queste estrazioni - presunto aumento della siccità - la maggior parte delle grandi Case automobilistiche pretende certezza sul metodo di estrazione, che deve essere totalmente sostenibile. Come si legge nel sito Modo.it, Volkswagen ha firmato un memorandum d'intesa con l'azienda cinese Ganfeng Lithium Co., Ltd. per l’approvvigionamento su base decennale.
Per ridurre al minimo l'impatto ecologico è nata l'iniziativa Responsible Minerals e Global Battery Alliance del World Economic Forum. Tutte misure e verifiche nate per una produzione sostenibile, con maggiore trasparenza e l'approvvigionamento diretto dei materiali. Considerando il lungo termine, molte materie prime verranno riciclate e questo ridurrà la necessità di estrarre “nuovo” litio.
Tuttavia questo processo non avrà molto peso fino al 2030, quando le batterie usate saranno ‘restituite’, alla fine del ciclo di vita delle auto, in grandi quantità.