Sono tanti gli sportivi che stanno dando un contributo alla lotta al coronavirus. C'è chi stacca un assegno per ospedali e associazioni, chi promuove raccolte fondi, chi mette all'asta i cimeli e c'è chi dà un aiuto concreto sul campo. E'il caso di Maurizio Arrivabene, ex team principal della Ferrari dal 2015 al 2018. Come riporta il QN, a firma di Leo Turrini, "Arrivabene non l’ha detto a nessuno ma da quando è scoppiata la bufera è pronto a guidare la macchina per trasportare i malati in clinica. Insomma, è diventato pilota!”.
Il primo a dare il buon esempio è stato José Mourinho, sceso in capo a fine marzo per dare una mano a un'associazione per consegnare il cibo agli anziani. Una lodevole iniziativa quello dello Special One, beccato però qualche tempo dopo ad organizzare una mini-seduta di allenamento in un parco londinese. Uno scivolone con conseguenti scuse, ma il bel gesto rimane comunque. C'è anche chi si è spinto ben oltre, decidendo di affrontare di petto il Covid-19 ogni giorno: è il caso di Maxime Tarasconi, calciatore di terza serie francese che ha tolto calzoncini e maglietta per indossare la tuta da infermiere in terapia intensiva in un ospedale di Marsiglia.
In Italia sono in prima fila al fianco dei più deboli il rugbista Maxime Mbanda e il direttore tecnico della Pirelli da Gran Premio, Mario Isola, entrambi volontari per la Croce Rossa. C'è anche Federica Pellegrini, che ha messo all'asta 59 cimeli per l'ospedale di Bergamo, uno dei più colpiti dall'emergenza. Lo sport ha anche schierato il suo Ninja: Radja Nainggolan è sceso in campo al fianco della Caritas di Cagliari per aiutare i più giovani. Aiuti concreti, ma anche tanto incoraggiamento e apprezzamento: l'ultimo esempio (ma solo l'ultimo) quello di Francesco Acerbi: "Siete voi i miei idoli" il tweet indirizzato a due infermieri che sulla tuta riportavano numero e nome del difensore della Lazio e del compagno Ciro Immobile.