Fumata grigia, il pallone si interroga ancora su quando tornerà a rotolare su un campo. Nulla di fatto dopo il vertice tra il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, e i massimi organismi calcistici italiani sul tema della ripartenza degli allenamenti e dei campionati. "Ho ascoltato con grande attenzione le diverse posizioni. Nei prossimi giorni mi confronterò con il Ministro della Salute e il comitato tecnico scientifico e prenderemo una decisione", il commento di Spadafora.
Alla riunione hanno partecipato per la Figc il presidente, Gabriele Gravina, il vicepresidente vicario, Cosimo Sibilia, e il segretario generale, Marco Brunelli; i presidenti delle tre Leghe Paolo Dal Pino (serie A), Mauro Balata (B) e Francesco Ghirelli (Lega Pro); i presidenti dell'Assocalciatori, Damiano Tommasi, dell'Assoarbitri, Marcello Nicchi, e dell'Assoallenatori, Renzo Ulivieri; e infine Maurizio Casasco, presidente Federazione Medico Sportiva, Paolo Zeppilli, presidente Commissione Medico Scientifica della Figc, e Francesco Vaia, esperto della Commissione
La riunione, che è durata dalle 12 alle 14, ha permesso di approfondire gli aspetti legati alla possibile ripresa degli allenamenti nella massima sicurezza per atleti e tecnici delle società sportive.
Il commento di Spadafora: “Ringrazio tutti i partecipanti alla riunione: ho ascoltato con grande attenzione le diverse posizioni emerse e nei prossimi giorni, dopo un confronto con il Ministro della Salute e il Comitato tecnico scientifico, emaneremo le disposizioni aggiornate in merito alla possibilità e alle modalità per una ripartenza degli allenamenti”.
IL POST DI SPADAFORA
Al termine del vertice in video-conferenza, il ministro Spadafora ha pubblicato sul suo profilo Facebook un lungo messaggio. Ecco il testo integrale di seguito:
“Sono anche io un tifoso cui manca seguire la propria squadra. Aspettavo con entusiasmo gli Europei di quest’estate, ma saranno rimandati. Come sono state rimandate le Olimpiadi. Come è stato rimandato il Giro d’Italia. Come sono state rimandate le competizioni di tutti gli sport nel nostro Paese. E’ un enorme dispiacere, dentro un dolore molto più grande e più profondo, dentro un lutto atroce che ha colpito il nostro Paese, l’Europa, il mondo intero.
Posso assicurare che mantenere un profilo di estrema prudenza, come sto facendo, è la posizione più impopolare che si possa immaginare ma abbiamo il dovere e la responsabilità di far si che tutto il Paese, compreso ovviamente il mondo dello Sport, possa superare al più presto e al meglio l’emergenza sanitaria che ci ha colpito. In tutti gli sport infatti vi sono indotti da tutelare, lavoratori che stanno vivendo difficoltà economiche e che meritano la giusta considerazione.
Oggi, oltre ai rappresentanti della FIGC, ho incontrato anche i 19 Presidenti delle Discipline Associate alle quali va riconosciuta l’attenzione che meritano anche per il valore sociale e la rete territoriale che esprimono. L’incontro, sempre in videoconferenza, mi ha permesso di avere ulteriori suggerimenti per sostenere al meglio le centinaia di realtà sportive in difficoltà in questo momento drammatico.
Farò di tutto perché nel decreto che a breve approveremo siano contenute tutte quelle norme che assicurino a tutto il mondo dello sport e ai lavoratori il sostegno necessario per impedire che anche una sola realtà sportiva debba chiudere o che una sola persona perda il suo lavoro”.
LE RICHIESTE DEI CLUB
Dal canto loro, comunque, i club hanno avanzato delle richeste per poter ripartire sì, ma in tutta sicurezza. Richieste che vanno da quelle puramente sanitarie (essere coinvolti nelle decisioni, rispettare le stime di disponibilità degli esami, chiarire su chi ricade la responsabilità in caso di contagio), a quelle normative (certezza sul prolungamento dei contratti, effetti giuridici su un altro stop dopo la ripresa, rinuncia alle mensilità degli stipendi, chiarezza sulla prossima finestra di mercato). Senza dimenticare aspetti come l'eventuale obbligo di quarantena di tutta la squadra in caso di giocatore contagiato, la scelta delle sedi delle partite o le conseguenze di eventuali lockdown regionali. Insomma, l'impressione è che a parole siano tutti pronti a tornare in campo, ma nei fatti un eventuale stop definitivo non sarebbe così mal digerito.