Il mondo del calcio, probabilmente, si attendeva più chiarezza dall'incontro tra Figc e Governo ma il ministro dello Sport ha preso tempo anche perché restano alcuni dubbi. Si va verso la ripresa degli allenamenti individuali il 4 maggio mentre per quelli collettivi si potrebbe dover attendere fino al 18 maggio. Di conseguenza si sposterebbe anche la data dell'ipotetica ripresa del campionato: il 6 o 13 giugno.
Il vero problema è che il Governo non ha ancora parlato di partite, limitandosi agli allenamenti. E i club vogliono vederci chiaro: che senso avrebbe riprendere gli allenamenti senza la prospettiva di un campionato da giocare? I dubbi del comitato medico-scientifico restano quelli del contatto tra giocatori e c'è pure la paura che il pallone stesso possa essere veicolo di contagio: per questo la ripresa degli allenamenti potrebbero essere una sorta di test per capire l'evoluzione dell'attività sportiva e successivamente decidere sulle partite.
Allo stesso tempo la Lega Serie A vorrebbe però avere la certezza della ripresa del campionato prima di iniziare gli allenamenti per questioni legate agli stipendi dei giocatori. Una situazione ancora ingarbugliata con sullo sfondo il problema più grande: cosa succederebbe in caso di calciatore positivo? Si isola solo il diretto interessato? O si deve mettere in quarantena l'intera squadra (creando di fatto il precedente per uno stop definitivo)?
Se entro il 4 maggio, o al più tardi il 18, verranno sciolti questi dubbi, la Serie A potrebbe partire il 6 o il 13 giugno con la prospettiva di finire entro il 31 luglio e dedicare agosto alle coppe europee. Se si andasse oltre il 18 maggio allora tornerebbero di moda la soluzione playoff o la ripartenza dopo l'estate con l'allineamento del campionato successivo all'anno solare.