Tanti auguri ad Al Pacino. L’attore nato a New York spegne oggi 80 candeline. Molti sono gli indimenticabili ruoli con i quali ha accompagnato la storia del cinema degli ultimi 50 anni: da Michael Corleone ne “Il padrino” a Jimmy Hoffa in “The Irishman”. Pacino non ha però interpretato soltanto ‘cattivi’. Nel 1999, infatti, il monologo del coach Tony D’Amato in “Ogni maledetta domenica” è diventata una delle scene più belle del grande schermo.
“In questa squadra si combatte per un centimetro. In questa squadra massacriamo di fatica noi stessi, e tutti quelli intorno a noi, per un centimetro. Ci difendiamo con le unghie e coi denti, per un centimetro. Perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri, il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta; la differenza fra vivere e morire”. Questo è un passaggio del celebre monologo interpretato nel film “Ogni maledetta domenica” da uno straordinario Al Pacino, che oggi spegne 80 candeline. Nato il 25 aprile 1940 a East Harlem (New York), Alfredo James Pacino ha interpretato tantissimi ruoli nella sua lunga carriera cinematografica. È stato il boss Michael Corleone ne “Il padrino” di Francis Ford Coppola, l’indomito Tony Montana in “Scarface” e lo spacciatore pentito Carlito Brigante in “Carlito’s way” (entrambi di Brian De Palma), ma anche il poliziotto Frank Serpico, il rapinatore Sonny in “Quel pomeriggio di un giorno da cani” e il sindacalista Jimmy Hoffa in “The Irishmen” di Martin Scorsese.
Dopo avere vinto l’Oscar per l’interpretazione cinica e malinconica del tenente colonnello cieco Frank Slade in “Scent of a Woman - Profumo di donna”, remake dell’omonimo film del 1974 diretto da Dino Risi e interpretato da Vittorio Gassman, eccolo nel capolavoro del 1999 diretto da Oliver Stone. “Ogni Maledetta domenica” racconta il percorso straordinario di una squadra di football americano di Miami in crisi, allenata da Tony D’Amato (ossia proprio Al Pacino), un coach vecchio stile, capace e stimato nell’ambiente ma osteggiato dalla dirigenza; in particolare dalla giovane presidentessa Christina Pagniacci (Cameron Diaz), figlia del proprietario deceduto. La squadra, anche grazie al talento del giovane quarterback Willie Beamen (Jamie Foxx), riuscirà ad arrivare fino alla finale del campionato, andando contro tutti i pronostici. L’orazione tenuta da coach D’Amato nello spogliatoio della squadra prima della gara di esordio dei playoff è diventata nel corso degli anni uno degli esempi più citati di discorso motivazionale, non solo in ambito sportivo.
Quel monologo da brividi dura quattro minuti ed è entrato a pieno diritto nelle scene cult della storia del cinema. “In ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro”, dice Tony D’Amato guardando fisso gli occhi dei suoi giocatori. “E io so che se potrò avere una esistenza appagante, sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì. In questo consiste. È in quei 10 centimetri davanti alla faccia. Ma io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi. Io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui”.
Il doppiaggio di Giancarlo Giannini non toglierà nulla di quella meravigliosa poesia che nella versione originale era stata perfettamente incarnata da Pacino, che conclude il proprio incoraggiamento descrivendo il football con queste parole: “Questo è essere una squadra, signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo o saremo annientati individualmente”. Una frase, forse, più vera e attuale che mai. Grazie Al Pacino per queste emozioni che ci hai regalato; anche con questa scena. E, ovviamente, tanti auguri!