Guidare una squadra di club dalla scrivania è un’operazione storicamente complessa, ancor più se si pensa all’andamento attuale del mondo del calcio che impone, a chi vuole investire, cifre molto alte. Se a questo si unisce, poi, la sempre più crescente tendenza ad unire il ruolo rel proprietario a quello del presidente, possiamo immaginare come sia sempre più difficile che si replichino casi storici come quelli, per citarne alcuni, di Giampiero Boniperti alla Juventus, Dino Zoff alla Lazio, Renato Cipollini al Bologna ma anche, andando ancora più indietro nel tempo, Ferruccio Novo, modesto calciatore del periodo tra le due guerre mondiali diventato poi artefice del Grande Torino. Dei venti presidenti dell’attuale Serie A, solo uno può vantare un’esperienza da calciatore, Antonio Percassi dell’Atalanta (che nella Dea ha giocato negli anni 70). All’estero, però, ci sono calciatori anche di altissimo profilo che si sono messi in gioco e hanno deciso di investire a loro volta nello sport che li ha resi ricchi e famosi.
Il caso più recente e più vicino alle vicende italiane è sicuramente quello di Zlatan Ibrahimovic. Poche settimane prima di decidere di tornare al Milan, il bomber svedese ha acquistato il 50% delle quote di Aeg Sweden, holding che possiede parte delle quote dell’Hammarby. Una scelta che non è andata giù, tra l’altro, ai tifosi del Malmo Fc, rivale storica che ha lanciato Ibra tra i professionisti. A pagarne le conseguenze la statua dedicata all’attaccante, prima vittima dei vandali e poi abbattuta nei primi giorni del 2020. Non è un caso, comunque, che durante l’emergenza coronavirus Ibrahimovic si sia allenato proprio con la squadra biancoverde, in attesa di decisioni in merito alla possibile ripresa del campionato.
Restando in Europa e parlando di grandi attaccanti, non si può non parlare del ‘fenomeno’ Ronaldo: l’ex campione di Inter, Real Madrid e nazionale brasiliana è proprietario del pacchetto di maggioranza del Real Valladolid, club della Liga spagnola, dal settembre 2018. Affidandosi alla guida tecnica di Sergio Gonzalez, allenatore della promozione dalla Segunda Division, il club della Castiglia e Leon ha colto un’ottima salvezza nella prima stagione di presidenza Ronaldo e quest'anno, prima della sospensione del torneo, si trovava al quindicesimo posto con quattro lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione. Pochi anni prima Ronaldo aveva già provato a mettersi dietro una scrivania di un club, provando a ‘rianimare’, senza successo, i Fort Lauderdale Strikers, squadra della minor league americana.
Proprio negli Stati Uniti vuole affermarsi un grande protagonista di qualche anno fa, David Beckham: a lui si deve la creazione dell’Inter Miami CF, club che ha fatto appena in tempo a debuttare nella Major League Soccer prima dell’interruzione per la pandemia, anche se in due partite ha raccolto due sconfitte. A Miami ci ha provato anche Paolo Maldini, che prima di seguire il cuore e tornare al suo Milan come direttore tecnico aveva contribuito nel 2016 (assieme all’imprenditore Riccardo Silva) alla nascita del Miami Fc, squadra allenata da Alessandro Nesta nelle sue prime due stagioni e tuttora impegnata, con discreto successo, nelle leghe minori del Nord America.
Sempre nelle minor league americane troviamo il San Diego 1904 Fc, che vede tra i fondatori e co-proprietari Eden Hazard e Demba Ba (che, come Ibrahimovic, hanno iniziato a reinvestire i loro guadagni ancor prima di aver chiuso la carriera), e i Phoenix Rising, che hanno in Didier Drogba il principale ambasciatore per la candidatura del club dell’Arizona alla Major League.
Tornando in Europa, invece, va segnalata la storia di Gerard Piquè: il difensore del Barcellona, nel 2018, ha acquistato il Futbol Club Andorra (club dell’omonimo microstato pirenaico, iscritto alla federazione calcistica della Spagna) e lo ha portato anche grazie ai suoi investimenti nella Segunda Division B, il corrispettivo spagnolo della nostra Serie C.
In alcuni casi l’intervento di ex calciatori si è rivelato decisivo per le sorti societarie: pensiamo ad esempio, ancora in Spagna, al Real Oviedo, che prima di passare al ricchissimo imprenditore messicano Carlos Silm fu salvato dal fallimento nell’estate 2012 da ex calciatori del club come Santi Cazorla, Adrian, Juan Mata e Michu (visto brevemente a Napoli un paio di anni dopo), che misero assieme le loro forze per evitare la scomparsa del club che li aveva cresciuti. In altri casi, invece, l’affetto non è bastato, come successo al Mogi Mirim messo in vendita addirittura su Instagram da Rivaldo nel 2014, dopo sei anni di presidenza.
Da segnalare, infine, il caso del Kallon Fc, club della massima serie della Sierra Leone fondato... da Mohammed Kallon. Raccolto dalle ceneri dei Sierra Fisheries nel 2002, quando l’attaccante militava ancora nell’Inter, il club ha vinto il titolo nel 2006 e la coppa nazionale nel 2007, partecipando in quella stagione anche alla Champions League africana. Un caso davvero unico, in cui l’affetto per il club si è unito a una particolare autocelebrazione: chissà se qualcuno dei grandi nomi citati in precedenza ci farà un pensierino e chiamerà il club di cui è proprietario con il suo nome.