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Accadde oggi: Platini alla Juventus e Passarella alla Fiorentina, la Serie A sfrutta il “secondo straniero”

Il 30 aprile 1982 arriva l'ufficialità di due trasferimenti storici del calcio italiano degli anni Ottanta

Alcune date del calcio italiano sono sottovalutate per la loro importanza e l'impatto che avrebbero avuto sugli anni futuri. Una di queste è il 30 aprile 1982, esattamente 38 anni fa, quando negli uffici dell'allora Lega Calcio Professionisti arrivano due richieste di trasferimento da parte di Juventus e Fiorentina: a distanza di pochi minuti i bianconeri si sono messi d'accordo con Michel Platini e i viola hanno acquistato Daniel Passarella.

Il 30 aprile 1982 è una data importante anche per la più generale storia italiana: a Palermo la mafia uccide Pio La Torre, storico deputato del Partito Comunista Italiano, e Rosario Di Salvo. Soprattutto in anni contrassegnati da un clima sociale violento, lo sport attira l'attenzione del pubblico su argomenti più leggeri e spensierati. Mentre in Sicilia scorre il sangue, il calcio italiano sta spiccando il volo: un mese e mezzo prima la Federcalcio aveva aperto al “secondo straniero” e aveva imposto il 30 aprile come data-limite entro cui presentare alla Lega i nomi dei calciatori acquistati. Corredando la richiesta con le prove della sostenibilità finanziaria dell'acquisto: è un calcio che non aveva visto stranieri dal 1966 al 1980, con un giro di soldi molto più limitato, e il nuovo - benché inevitabile - fa paura alla classe dirigente. Passa la linea dei presidenti, desiderosi di costruire squadre sempre più forti: certo, bisogna anche prendere i giocatori giusti. 

La Juventus va quasi sul sicuro, soffiando Platini all'Inter grazie a un blitz last-minute di Giampiero Boniperti. Il presidente bianconero porta “Le Roi” a Torino per soli 250 milioni di lire, al punto da far dire a Gianni Agnelli che il francese “è venuto per un pezzo di pane: ci abbiamo aggiunto molto caviale ma se lo è meritato”. Dopo un inizio zoppicante, Platini disputa cinque stagioni toccando (ultimo anno a parte) livelli che a Torino, forse, non hanno più visto: tocco di palla sublime, regia ispirata, manovratore e al tempo stesso finalizzatore (104 gol in 223 gare) di una delle Juventus più forti di ogni epoca, che tre giorni prima si era assicurata anche “Zibi” Boniek, strappandolo alla Roma. Con due stranieri già pronti per la stagione 1982-83, Liam Brady è di troppo: l'ingrato compito di dire all'irlandese - dopo due anni di onorato servizio - che sarebbe stato “tagliato” spetta proprio a Boniperti. L'ex Arsenal, professionista fino in fondo, segna a Catanzaro il rigore-scudetto della stagione 1981-82.

Quel penalty distrugge i sogni di gloria della Fiorentina, bloccata sullo 0-0 a Cagliari. I viola possono consolarsi con l'arrivo di Passarella, leader dell'Argentina campione del mondo del 1978. Comandante difensivo e personalità da vendere, “El Gran Capitan” è uno dei più grandi liberi della storia del calcio, con un pacchetto di qualità che comprende tecnica, carisma, tattica, senso dell'anticipo, eleganza, fisicità (malgrado un'altezza non statuaria) e furbizia: ne sa qualcosa Dino Zoff, beffato al Mondiale 1982 da una punizione dell'argentino, mentre sta posizionando la barriera. A Firenze si sfregano le mani, e fanno bene, perché Passarella contribuisce a stagioni importanti, vissute costantemente nella zona-Europa, prima dell'addio nel 1986, destinazione Inter. In maglia viola ha segnato 35 gol in 139 partite: non male per un difensore. Ma Passarella, insieme a pochi altri eletti, sta nell'Olimpo della difesa.