Il caos del mondo del calcio passa ancora una volta dall’Emilia. Già l’8 marzo c’era stato il pasticciaccio della partita Parma-Spal con le squadre pronte ad entrare in campo e fermate un minuto prima del fischio d’inizio. Una decisione (fuori tempo massimo) del ministro Spadafora che si è poi tradotta in uno slittamento dell’incontro di oltre un’ora (dalle 12.30 alle 13.45). Successivamente si sono disputati a porte chiuse gli altri recuperi in programma fino al posticipo Juve-Inter che ha segnato lo stop del campionato. Quel giorno si è sancita la rottura tra il Ministero dello Sport e la Lega Calcio che solo oggi, faticosamente, si sta cercando di sanare. Spadafora, con le sue ultime dichiarazioni, sembra voler lasciare uno spiraglio per la ripresa della stagione mentre la Lega Calcio si ricompatta dicendosi pronta a giocare a finire il campionato. In questo clima di incertezza ci mancava solo l’irruzione a gamba tesa del neo governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Un'ordinanza che porta la sua firma, e valida per l’intera regione, permette (dal 4 maggio) gli allenamenti anche dei calciatori di Bologna, Spal, Sassuolo e Parma.
Ecco il passaggio dell’ordinanza che dà il via libera: “È consentito l’allenamento in forma individuale di atleti professionisti e non professionisti riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento in strutture a porte chiuse, anche per gli atleti di discipline sportive non individuali”. Insomma i calciatori si potranno allenare nei centri sportivi ma singolarmente.
Dal punto di vista politico Bonaccini se la dovrà vedere con il compagno di partito e Ministro degli Affari Regionali Boccia (sono entrambi del PD) pronto a diffidare tutte le iniziative meno restrittive di quelle previste dal governo. Ma ci saranno conseguenze anche dal punto di vista sportivo.
Intanto bisogna vedere cosa ne penseranno le società interessate. Se i rispettivi centri di allenamento sono già sanificati e se sono state disposte le misure di prevenzioni previste. Poi si creerebbe una clamorosa disparità di trattamento. Mentre alcuni giocatori sono costretti ad allenarsi nei garage di casa (vedi Lukaku a Milano) altri potranno tornare in campo.
Ovvio che, se mai ripartisse il campionato le quattro squadre emiliane avrebbero dei vantaggi non indifferenti con tre settimane in più nelle gambe. Insomma il caos per nulla calmo intorno al calcio continua in attesa della prossima iniziativa estemporanea del politico di turno.