In campo Chiellini non fa mai sconti a nessuno. E nemmeno nella sua autobiografia "Io, Giorgio". Nel libro il capitano della Juve non usa infatti giri di parole per puntare il mirino contro Balotelli e Melo. "Mario è una persona negativa, senza rispetto per il gruppo - si legge nel testo -. In Confederations Cup, nel 2013, non ci diede una mano in niente, roba da prenderlo a schiaffi". "Uno anche peggio era Felipe: il peggio del peggio - prosegue il libro -. Con lui si rischiava sempre la rissa. Lo dissi anche ai dirigenti: è una mela marcia".
Parole pesanti, che lasciano poco spazio all'interpretazione. "Non ho rancore né mi interessa averne, se mi toccherà condividere qualcosa con loro lo farò - ha spiegato Chiellini a Repubblica -. Non sono il migliore amico di tutti, però loro sono gli unici due ad essere andati oltre un limite accettabile". "Per come sono fatto, il problema non è se giochi bene, male o se qualche volta fai serata, ma se manchi di rispetto e non hai dentro niente - ha proseguito, rincarando la dose nei confronti di Balo e Melo -. Una volta va bene, se è ricorrente no".
"In campo viene fuori una parte di me che non esiste nella vita e che ho imparato a domare - ha aggiunto il difesore della Juve -. In campo 'odio' l'Inter, poi fuori si ride tutti insieme". "Il messaggio di Javier Zanetti dopo l’infortunio è quello che mi ha fatto più piacere", ha proseguito Chiellini parlando della sua autobiografia, il cui ricavato verrà devoluto all’associazione “Insuperabili”.
Ai microfoni di Sky Sport, Chiellini ha poi raccontato come ha vissuto l'isolamento dovuto all'emergenza. "Sono stati due mesi difficili per tutti, abbiamo vissuto in modo diverso - ha spiegato -. Io ho vissuto il primo mese chiuso nel centro sportivo in quarantena, poi sono riuscito a passare un mese con la mia famiglia". "E quando sono riuscito a scindere da quello che stava succedendo ho avuto tanto tempo da passare con mia moglie e con le mie figlie - ha aggiunto -. Tempo che probabilmente non avrò mai più nella mia vita. È stato un mese con tante cose belle, poi è chiaro che quando guardi quello che succede intorno riesci a goderti meno quegli attimi di pura gioia". "Sono stati giorni belli e difficili - ha proseguito -. Perché ti isoli e non parli quasi con nessuno se non al telefono e avere contatti con l'esterno è proibitivo però riscopri anche dei valori che il lavoro e la vita ci hanno fatto dimenticare o sicuramente trascurare".
"L'intesa sul taglio degli stipendi è stato semplice - ha speigato -. Il gruppo ha capito il momento e io ho fatto solo da tramite con la società essendo il capitano. Volevamo essere i primi per dare il segnale. Era doveroso visto il momento".
"All'inizio avevo una grande esuberanza fisica e giocavo in fascia, ma sprecavo tanto in corsa e duelli - ha continuato Chiellini parlando della sua crescita -. Poi con gli anni ho imparato a giocare a calcio, a gestire meglio le energie e a lavorare sulla testa e sulle idee. La tecnica si migliora con l'esercizio, l'importante è vedere prima le giocate. Mi piacerebbe giocare ancora uno o due anni e poi fare il dirigente. Ho ancora molto da dare al calcio, ma non mi vedo a fare l'allenatore".
"L'importanza della BBC? Abbiamo fatto la storia della Juve e della Nazionale - ha aggiunto -. Insieme riuscivamo a essere più della somma dei singoli valori. Siamo riusciti ad affiatarci tecnicamente e fisicamente e a rendere al meglio. Grazie anche a Gigi tra i pali, un vero fuoriclasse".