Insieme ai giocatori del Bologna, in questi giorni ha riassaggiato il campo anche Sinisa Mihajlovic, che a circa 300 giorni dall'inizio delle cure per la leucemia si è raccontato sulle pagine de La Gazzetta dello Sport: ""Come sto? Bene bene, grazie - ha detto dopo un’ora di corsa e 15 minuti di esercizi - Torno qui anche domani (oggi, ndr): sono stato a casa dal 4 marzo e adesso che ci sto a fare in hotel?".
Pantaloncini e scarpe da tennis, musica serba nelle cuffie e la solita carica contagiosa: "Mi alleno tutte le mattine perché dal 4 marzo sono rimasto chiuso in casa. Tornerò qui ogni giorno se possibile" ha dichiarato prima di lanciare uno sguardo al passato. "Per me Boskov è stato quasi come un padre - ha ammesso - Quando penso a Vujadin non so se piangere o ridere da quanto era simpatico e spassoso. Pensi: gli unici due campionati vinti dal Vojvodina sono stati quelli con lui allenatore prima e io giocatore poi, nel ‘66 e nell’89".