PERSEVERARE E' DIABOLICO

Jovic ko, il flop è servito: una storia già vista in casa Real Madrid

Non tutti gli investimenti nella storia del Real si sono rivelati vincenti: il serbo sembra essere l’ultimo di una lista di calciatori incapaci di lasciare il segno con le merengues

Real, Jovic investimento flop: una storia già vista...

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L’infortunio ‘casalingo’ che costerà a Luka Jovic almeno tre mesi di stop è solo l’ultima delle notizie negative relative alla prima stagione del serbo con la maglia del Real Madrid. Acquistato a peso d’oro (60 milioni) dall’Eintracht Francoforte, Jovic ha faticato ad ambientarsi, vivendo incomprensioni con il tecnico Zinedine Zidane, e recentemente si è reso addirittura protagonista di una ‘fuga’ in Serbia, per tornare dalla fidanzata durante la quarantena, un gesto non esattamente gradito dalla dirigenza madridista. Le sue cifre stagionali, poi, non sono certo positive: 24 presenze e 2 gol tra campionato e coppe, solo una partita giocata per intero, contro l’Osasuna a settembre. Tutto lascia pensare che il futuro dell’attaccante sia lontano dalla capitale spagnola: se davvero dovesse andar via (il Milan, tra gli altri, è sulle sue tracce) Jovic si aggiungerebbe a un elenco di calciatori che al Real Madrid, in tempi relativamente recenti, non hanno reso secondo le aspettative. Un elenco in cui si trovano nomi anche piuttosto sorprendenti, in tutti i ruoli.

In porta è difficile non citare un giocatore visto successivamente nel calcio italiano, Albano Bizzarri (visto in Serie A con le maglie di Catania, Lazio, Genoa, Chievo, Pescara e Udinese): arrivato con grandi aspettative dal Racing Avellaneda nel 1999, il portiere argentino si fece scavalcare nelle gerarchie di squadra dall’allora debuttante Iker Casillas e fu ceduto senza troppi rimpianti a fine stagione. In difesa furono addirittura due i flop acquistati nella stessa sessione di mercato, quella dell'estate 2004, anche se il loro fallimento a Madrid ha avuto motivi diversi: Walter Samuel, acquistato dalla Roma per 25 milioni, e Jonathan Woodgate, per il cui acquisto dal Newcastle ne furono investiti 20. Samuel giocò una sola stagione con la maglia dei Blancos ma non riuscì ad adattarsi alla realtà spagnola. Fu rivenduto all’Inter per 16 milioni: un affare per i nerazzurri, visto l’impatto di ‘The Wall’ con la maglia interista nei successivi nove anni. Molto diverso il discorso di Woodgate: l’inglese sembrava lanciato verso una brillante carriera ma un esordio shock prima (autogol ed espulsione contro l’Athletic Bilbao) e una serie impressionante di problemi fisici poi, lo costrinse a nove presenze in due anni con la maglia del Real e al mesto ritorno in patria.

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A centrocampo sono due i nomi recenti che danno ancora i brividi ai tifosi: Royston Drenthe e Asier Illaramendi. Per il primo, nel 2007, il Real investì 14 milioni di euro, anticipando anche diverse società italiane. Drenthe, però, non si adattò mai particolarmente al calcio spagnolo, venendo surclassato nelle gerarchie della fascia sinistra da Marcelo. Lasciò il Real Madrid nell’estate 2010 e la sua carriera non riprese mai slancio. Per Illaramendi, invece, la società investì 32 milioni nel 2013, convinta di aver trovato l’erede di Xabi Alonso: il centrocampista, però, fece molta fatica e dopo due sole stagioni tornò alla Real Sociedad, la squadra per cui aveva giocato fin da ragazzo e della quale è tuttora capitano. Il Real recuperò solo 17 milioni dalla cessione. In attacco, infine, una delle delusioni più grandi degli ultimi tempi è stato Javier Saviola: arrivato nel 2007 a parametro zero, tra l’altro in piena maturità agonistica (aveva 26 anni), l’ex Barcellona giocò in due stagioni solo 32 partite, segnando la miseria di 5 reti tra campionato e coppe, prima di essere ceduto al Benfica. Andando più indietro nel tempo va ricordato anche il flop di Perica Ognjenovic: più che per le prestazioni in campo (12 presenze e nessun gol tra il 1999 e il 2001), è entrato nella storia per essere stato preferito a Samuel Eto’o, sacrificato per il limite di posti disponibili per i calciatori extracomunitari.

Parlando di attaccanti, poi, non sfugge all’elenco dei flop uno dei pochissimi italiani che hanno vestito la ‘camiseta blanca’, Antonio Cassano. Arrivato nel gennaio 2006 dopo un lungo tira e molla con la Roma, il barese non entrò mai nei cuori della tifoseria, né evitò le frecciate dei media iberici sulla sua condizione fisica, ritenuta non ottimale. A questo si aggiunsero, a partire dall’estate, gli screzi con il nuovo allenatore Fabio Capello, che lo mise anche fuori rosa per diverse settimane. Al termine della stagione Cassano risultò tra i vincitori della Liga grazie a 7 presenze un gol, ma fu ben lontano dall’essere considerato protagonista di quel titolo. Chiusa l'esperienza in Spagna il barese tornò in Italia, iniziando la sua esperienza alla Sampdoria.

Meritano una menzione speciale, tra i giocatori che non hanno lasciato un’impronta indelebile al Real Madrid, anche due attuali protagonisti della Serie A, Danilo della Juventus e Theo Hernandez del Milan. Il brasiliano ha giocato a Madrid due stagioni non indimenticabili fra il 2015 e il 2017, durante le quali gli è stato spesso preferito Dani Carvajal, prima di essere ceduto al Manchester City. Il francese, assoluto protagonista della stagione rossonera, a Madrid è invece stato poco più di una comparsa: acquistato per 24 milioni dai rivali cittadini dell’Atletico nel 2017, Theo ha all’attivo 23 presenze senza gol tra campionato e coppe in maglia Real, prima di una stagione in prestito alla Real Sociedad e della cessione definitiva al club rossonero, da cui i madridisti hanno recuperato 20 milioni. Chissà che il Milan, nel tentativo di mettere le mani su Jovic (che in rossonero ritroverebbe il suo 'gemello' all'epoca dell'Eintracht, Ante Rebic), non voglia proprio replicare l’effetto-Theo Hernandez.

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