Una vita dedicata all'Inter. Anche ora che non è più presidente, Massimo Moratti è il tifoso nerazzurro numero uno. Nel giorno del suo settantacinquesimo compleanno ha scritto una bella lettera alla squadra che ama. Sentimento e tanti aneddoti, parole pronunciate dal cuore. Il triplete è nato dopo l'eliminazione dalla Champions nel 2009 per mano del Manchester United: "Se mi sono mai arrabbiato veramente? In qualche circostanza, devo ammetterlo, sì. E penso che l’arrabbiatura più grossa, quella in cui mi sono fatto sentire perché pensavo fosse doveroso e necessario, sia stata quella dopo l’eliminazione per mano del Manchester United nella Champions League del 2009. Si è sempre pronti ad accettare che non si vinca, ma avevo capito che era il momento di fare un salto, uno scatto".
Poi i ricordi scorrono veloci fino alla notte del Camp Nou e al gol annullato a Bojan nel finale: "Ho sentito una fitta al cuore. Il tempo si è fermato. Non ho percepito più alcun rumore. Ho visto l’arbitro fare un passo, girarsi e indicare la punizione. Solo in quel momento il tempo ha ricominciato a scorrere, i colori sono tornati. Alla mia destra Joan Laporta era scattato in piedi, esultante. Io, seduto. Gli ho afferrato il braccio sinistro: “Lo hanno annullato”, gli ho detto. Sì, il gol di Bojan era stato annullato".
Infine l'ultima cena con Mourinho: "Ci siamo incontrati due giorni dopo Madrid: l’ho invitato a cena a casa mia, a Milano. Gli ho fatto trovare un discreto centrotavola: la Champions League, nella quale entrava alla perfezione un regalo straordinario, il mio nipotino nato da poco. È stata una serata piacevolissima, di grande affetto, nella quale ci siamo detti quel segreto di cui tutti parlavano ma che noi non avevamo mai affrontato prima, perché era giusto così",
Un amore eterno per l'Inter: "C’è una sola parola che può descrivere al meglio gli interisti: innamorati. Ne abbiamo tutte le qualità, i difetti e i pregi. Il nostro è un amore incondizionato per i colori nerazzurri. Sarà così per sempre".