NUOVO PROTOCOLLO

Nuovo protocollo, lavori in corso: spiragli per la ripresa

Nel DPCM possibili novità per la quarantena di gruppo e sulle responsabilità dei medici

© ipp

Il calcio italiano si prepara a ripartire con gli allenamenti di gruppo. Nel frattempo si continua a lavorare al nuovo protocollo in vista della ripresa del campionato. A breve per i club dovrebbe arrivare un importante punto a favore nella questione quarantena e sulle responsabilità dei medici. Nel dettaglio, il nuovo DPCM dovrebbe contenere due articoli importanti che vanno incontro alle richieste delle società, scongiurando così la possibilità che tutto si possa fermare di nuovo anche solo per un tesserato positivo al virus. 

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Dal Decreto per la fase 2 in via di definizione, dunque, dovrebbero arrivare importanti spiragli per la ripresa. In questo momento è Casasco, presidente della Federazione dei medici sportivi, a fare da tramite tra la Federcalcio e il Comitato tecnico-scientifico. Una mediazione importante e cruciale per arrivare a un'intesa e far ricominciare il campionato con regole chiare e norme di sicurezza applicabili. Oltre alla correzione delle misure sulla quarantena di gruppo, al momento l'obiettivo prioritario dei vertici del calcio italiano è quello di far riprendere gli allenamenti collettivi, consentendo ai giocatori di rientrare a casa a fine seduta senza dover allestire "ritiri blindati". In cambio le società si impegnerebbero a effettuare più tamponi per aumentare il controllo sul gruppo, invitando i tesserati a tenere un comportamento di grande cautela anche fuori dalle strutture sportive. 

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Sempre per quanto riguarda la quarantena, inoltre, all’interno del nuovo Decreto del Governo si dovrebbe parlare di isolamento non più obbligatorio di 14 giorni, ma solo precauzionale fino all’accertamento della guarigione del soggetto. Il che, tradotto, vorrebbe dire che per mettere fine all'isolamento forzato di un giocatore risultato positivo potrebbe bastare un tampone negativo.

Quanto invece alle responsabilità, infine, una schiarita sul tema è già arrivata dall’ultima circolare dell’Inail: restano a carico dei medici solo nell’eventualità di dolo o di colpa grave.

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