Francesco Toldo si è ritirato la notte stessa, Goran Pandev invece ancora gioca e quest'anno ha segnato 7 gol per il Genoa prima che il campionato fosse interrotto. Tanti sono allenatori, diversi restano in attività in diversi angoli del mondo. Sono gli eroi del Triplete, che dieci anni fa esatti (il 22 maggio 2010) vincevano per l'Inter la Champions League nella finale di Madrid. Ma che fine hanno fatto oggi? Scopriamolo insieme.
Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu; Zanetti, Cambiasso; Pandev, Sneijder, Eto'o; Milito. Nell'immaginario collettivo degli appassionati italiani di calcio non equivale al suo corrispettivo anni '60 (Sarti; Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi; Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso), ma chissà se anche la filastrocca dei campioni d'Europa 2010 non sarà destinata con i decenni a fare storia come quella dei predecessori guidati dal "Mago" Helenio Herrera.
La Champions League vinta a Madrid nel 2010 compie oggi 10 anni, e con lei anche il Triplete nerazzurro. Un traguardo inseguito e sudato per anni, ma che ancora adesso non è stato mai eguagliato da nessuno in Italia. E a distanza di dieci anni, che a seconda dal punto di vista da cui li si guarda possono essere pochissimi come un'infinità, spontanea sorge una domanda: gli eroi della notte del Santiago Bernabeu, oggi, che fine hanno fatto?
Qualcuno, come sappiamo, lasciò l'Inter quella notte stessa. A partire da José Mourinho, immortalato dalle telecamere in un commosso abbraccio a Marco Materazzi, e che rimase in quello stesso stadio per diventare allenatore del Real Madrid. Lasciata la Liga nel 2013, da allora ha allenato sempre e solo in Inghilterra: dopo Chelsea e Manchester United, dal 20 novembre 2019 è il tecnico del Tottenham. Si ritirò invece quella notte stessa Francesco Toldo, portiere nerazzurro di lungo corso e che ormai aveva lasciato il posto a Julio Cesar. Da allora è diventato ambasciatore del club, prendendo parte ai progetti Inter Campus e Inter Forever. Diverse le sue attività imprenditoriali all'attivo, Toldo è anche e forse soprattutto un papà felice.
Squadra che metteva insieme vecchie volpi del pallone e giovani rampanti, tanti nerazzurri del 2010 ancora giocano. Quello che probabilmente se la passa meglio di tutti è Goran Pandev, che nella notte di Madrid andò vicinissimo a un clamoroso 2-0: pilastro del Genoa, in questa accidentata stagione ha fatto in tempo a giocare 22 partite e segnare 7 reti. Ovviamente ancora attivo anche Mario Balotelli, che trascorse tutta la finalissima in panchina: per lui, oggi al Brescia, è in corso una stagione che finora l'ha visto in campo 19 volte e in rete in 5 occasioni in serie A. Tecnicamente attivo anche Maicon, formidabile stantuffo della fascia destra che fino allo scorso mese di dicembre giocava nel suo Brasile con il Criciúma: oggi è senza squadra. Svincolati anche Sulley Muntari (ultima esperienza nella B spagnola, all'Albacete) e McDonald Mariga (che nel 2019 era al Cuneo): entrambi erano in distinta al Bernabeu.
Divennero campioni d'Europa, ma senza essere in campo o in panchina in occasione della finale, anche altri giovani e giovanissimi che nel frattempo si sono affermati: Davide Santon, oggi alla Roma (che lo ha schierato 14 volte nella serie A 2019-2020), Ricardo Quaresma (ancora in attivo in Turchia, al Kasimpasa), Marko Arnautovic (che gioca in Cina, allo Shangai Sipg), Lorenzo Crisetig (nella rosa del Mirandes, B spagnola) e il portiere Vid Belec (di proprietà della Sampdoria ma in prestito ai ciprioti dell'Apoel).
Qualcuno all'Inter ci è tornato, o addirittura non se n'è mai andato. A partire dal capitano di allora, Javier Zanetti, dal 2014 vicepresidente della Beneamata. Nell'organigramma societario ci sono però anche Cristian Chivu (allenatore dell'Under 17 nerazzurra) e l'allora terzo portiere Paolo Orlandoni (che oggi allena i portieri della Primavera). Il titolare di allora, Julio Cesar, è invece fresco di ritiro e oggi studia per diventare procuratore. Stesso lavoro attualmente svolto dal colombiano Ivan Cordoba, che tra gli altri cura gli interessi del connazionale nonché ex collega di reparto Cristian Zapata.
Tanti, però, sono diventati allenatori. Chi è andato più lontano, sia geograficamente che per i risultati conseguiti fin qui, è Marco Materazzi: la sua esperienza in India ai Chennai Titans si è conclusa con la vittoria del campionato 2016. Meno bene è andata finora a Thiago Motta, recentemente scelto e poi esonerato dal Genoa, mentre Dejan Stankovic (dopo l'esperienza da vice di Andrea Stramaccioni all'Udinese) ha appena iniziato a fare sul serio in Serbia: la Stella Rossa, squadra che lo presentò al grande calcio internazionale, lo ha scelto come nuovo allenatore dal 21 dicembre scorso. Tutti allenatori i giocatori ceduti a gennaio in quell'epico 2010: Patrick Vieira guida da due anni il Nizza, più brevi e meno fortunate le esperienze di Amantino Mancini a Foggia e David Suazo a Brescia.
Non manca poi chi si è dato alla vita da dirigente, anche di alto livello: Diego Milito, eroe della finale, oggi è direttore sportivo del Racing Avellaneda. In Argentina è tornato anche Walter Samuel, che lavora per la Nazionale del suo Paese natale. Dove in passato c'era anche Esteban Cambiasso, che oggi preferisce parlare di calcio in tv come opinionista. Samuel Eto'o, invece, lavora per la Caf (Confederazione calcistica africana) e collabora con il presidente Ahmad Ahmad insieme all'altro grande bomber che proveniva dallo stesso continente e in quegli anni incantava in Europa: Didier Drogba.
Finiamo con gli ultimi due giocatori in elenco: Lucio e Wesley Sneijder. Il centrale brasiliano ha continuato a giocare fino al 2019, ma dopo l'ultima esperienza alla Brasiliense ha deciso di ritirarsi a 41 anni d'età: i suoi progetti per il futuro non sono ancora noti. Stesso destino per il talentuoso olandese, che pure non ha ancora compito 36 anni: scaduto il contratto con i qatarioti dell'Al-Gharafa, ha fatto sapere che la sua carriera è finita.