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Accadde oggi: il Real Madrid di Ancelotti spezza la maledizione della ‘Decima’

Il tecnico emiliano si confermò ‘Re di Coppe’ al termine di un epico derby in finale contro l’Atletico, una partita riacciuffata nel recupero da Sergio Ramos e vinta dominando i supplementari

Quando il Real Madrid, nell’estate 2013, decise di dare il benservito a Josè Mourinho ingaggiando Carlo Ancelotti, l’obiettivo del presidente Florentino Perez fu chiaro fin da subito: la maledizione della ‘Decima’, quella Champions League che dal 2002 le merengues non erano più riuscite a portare a casa, andava spezzata, per farlo serviva un tecnico che da sempre... preferiva la coppa, proprio come Ancelotti. Il tecnico emiliano non tradì le attese e conquistò a fine stagione la terza Champions della sua grandissima carriera di allenatore (cui vanno aggiunte le due conquistate da calciatore) in una sfida tutta madrilena che resterà per sempre nell’epica di questo sport. Una partita arrivata in coda a una cavalcata europea quasi perfetta.

Arrivato nella capitale spagnola, Ancelotti si ritrova fra le mani un gruppo dal talento incredibile ma dai risultati altalenanti. L’ultima stagione, con Mourinho in panchina, è stata una tripla delusione: secondo in campionato a -15 dal Barcellona, sconfitto in finale di Coppa del Re dall’Atletico Madrid, eliminato a sorpresa in semifinale di Champions dal Borussia Dortmund di Jurgen Klopp. È quest’ultima la delusione più grande: la ‘Decima’ resta una maledizione, l’ultimo successo risale al 2002, quando la stupenda girata di Zinedine Zidane tramortì un tenace Bayer Leverkusen. La rosa a disposizione di Ancelotti per la stagione 2013/14 è però di altissimo livello: ci sono, tra gli altri, Iker Casillas, Sergio Ramos, Marcelo, Luka Modric, Angel Di Maria, Karim Benzema, Cristiano Ronaldo. In coda al calciomercato estivo arriva anche il gallese Gareth Bale, pagato al Tottenham ben 100 milioni di euro. Ci si aspetta moltissimo soprattutto in Europa e i risultati parlano chiaro già dalla fase a gironi: nel Gruppo B della Champions League il Real non ha problemi contro Galatasaray, Fc Copenaghen e Juventus. Solo quest'ultima riesce a impedire che il Real chiuda il girone a punteggio pieno, con un 2-2 a Torino che comunque, in prospettiva, non servirà a nulla ai bianconeri (eliminati all’ultima giornata nella famigerata battaglia sul ghiaccio contro il Galatasaray). Anche la fase a eliminazione diretta inizia splendidamente: lo Schalke 04, avversario agli ottavi, è poca cosa e viene spazzato via con un 9-2 complessivo (6-1 a Gelsenkirchen, 3-1 a Madrid). Ai quarti c’è un’altra tedesca, quel Borussia Dortmund capace di sorprendere i madridisti l’anno prima. A Madrid fila tutto liscio: Bale, Isco e Ronaldo firmano un 3-0 che lascia ben sperare in chiave qualificazione. In Germania, però, si rivedono i fantasmi dell’anno precedente: Reus firma una doppietta nel primo tempo, tra gli uomini di Ancelotti serpeggia la paura, ma quelli di Klopp non ne approfittano ulteriormente e il Real avanza nonostante la prima sconfitta europea stagionale. In semifinale c’è ancora una volta una squadra teutonica, il temibile Bayern Monaco: Benzema firma l’1-0 del Bernabeu che non lascia tranquilli in vista del ritorno, ma a dispetto dei dubbi la partita di Monaco di Baviera è un trionfo: con due gol di Sergio Ramos e altrettanti di CR7 i Blancos vincono 4-0 e volano in finale.

L’avversario, il 24 maggio 2014, è l’Atletico Madrid, che ha battuto il Chelsea in un tiratissimo doppio confronto in semifinale: per la prima volta è un derby cittadino a decidere la squadra campione d’Europa. Teatro della sfida è lo stadio Da Luz di Lisbona, sono oltre 60mila gli spettatori arrivati dalla vicina Spagna. A sfidarsi due rivali non solo dal punto di vista geografico, ma anche da quello tecnico-tattico: da una parte il gioco prevalentemente offensivo del Real Madrid, dall’altra il ‘Cholismo’, la filosofia di Diego Simeone, che pone maggior interesse al contenimento e alla fisicità. Il match vede subito infortunarsi uno dei protagonisti dei Colchoneros, Diego Costa (sostituito da Adrian Lopez) ma l’Atletico non si scompone e riesce a portarsi in vantaggio al 38’: Gabi batte un calcio d’angolo, Iker Casillas commette un rarissimo errore in uscita e Diego Godin ne approfitta insaccando il pallone con un preciso colpo di testa. Si va all’intervallo sull’1-0 per l’Atletico. La seconda frazione è interamente di marca Real, ma la maledizione della ‘Decima’ sembra avere il sopravvento: sono numerose le occasioni che vengono spente dall’arcigna difesa avversaria e dal portiere Thibaut Courtois (che, strani giochi del destino, attualmente difende proprio la porta del Real). Il sogno sembra svanire definitivamente quando si entra nei minuti di recupero, l’ultima speranza arriva al 93’. C’è un corner per le merengues, Modric si incarica della battuta: il cross è perfetto, Sergio Ramos stacca in modo imperioso e batte finalmente il portiere avversario: è 1-1, si va ai supplementari.

Il punteggio all’inizio dell’extra time è in parità ma è evidente che il Real Madrid sia psicologicamente in vantaggio. La conferma arriva al 10', con l’azione che di fatto decide il match: Angel Di Maria si invola in un funambolico dribbling che disorienta tutta la difesa, il suo cross verso l’area trova Bale che firma di testa il 2-1. La rimonta è compiuta, la coppa è vicina. L’Atletico non ha le forze per reagire e nel finale del secondo supplementare subisce altri due gol, da Marcelo e Cristiano Ronaldo, con quest’ultimo che chiude la festa su calcio di rigore appena prima del fischio finale che sancisce il ritorno sul tetto d'Europa del Real Madrid dopo dodici anni.

L’avventura di Ancelotti a Madrid finirà un anno dopo, con l’esonero a fine stagione 2014/15. Il tecnico emiliano, però, è ricordato a distanza di cinque anni con immenso affetto dai tifosi: è vero, le merengues nel frattempo hanno potuto festeggiare altre tre Champions League (fra il 2016 e il 2018), ma solo con l'intervento del 'Re di Coppe' hanno potuto spezzare definitivamente la maledizione della ‘Decima’.

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