PIANO C? NO GRAZIE

Serie A, l'algoritmo che non piace e non assegna lo scudetto: i club dicono no

Il cosiddetto Piano C di Gravina: ecco su cosa si basa e perché le società sono contrarie

Riprende la Coppa Italia, riparte il campionato: tra due settimane verrà assegnato il primo titolo stagionale, per lo scudetto occorrerà invece aspettare fine luglio. La Coppa nazionale, tra una polemica e l'altra sulla data delle seimifinali, fila comunque via liscia, in fondo si tratta di tre partite soltanto, meno di una settimana e tutto è vidimato. La Serie A, invece, è altra cosa: ecco allora più scenari, dalla conclusione regolare, ai playoff fino al "piano C", all'algoritmo "graviniano" annunciato e ancora sconosciuto. Ma cosa è? Chi lo vuole? A questa seconda domanda la risposta è semplice: praticamente nessuno. Per la prima, invece, proviamo a fare chiarezza: prima cosa, è la terza ipotesi sul terreno, per cui è remota. Poi, aggiungiamo, non servirà per assegnare lo scudetto. E, detto questo, dovrebbe basarsi su tre sono fattori principali: il rendimento in casa e trasferta, il numero di gare giocate e i gol segnati. Questo per stilare una plausibile graduatoria finale che non deciderà comunque il titolo: se non si potranno giocare i playoff, il tricolore non verrà assegnato.

Ipotesi, dunque. Ipotesi che però non piace. Anzi, ha già trovato l'opposizione dichiarata di quasi tutti i club: per ragioni diverse è una soluzione che praticamente nessuno vuole. Chiare, a tal proposito, le parole dell'amministratore delegato dell'Inter Beppe Marotta: "Siamo assolutamente contrari a qualsiasi soluzione alternativa che non sia quella di finire il campionato o cristallizzare la classifica" ha dichiarato alla Gazzetta. "L’algoritmo non è una soluzione: come può considerare “l’imprevedibile” che è alla base del calcio? Meglio considerare la classifica fino a quel punto”. Ecco, appunto: un punto e basta sullo sconosciuto e temuto algoritmo.

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