“Sono stati fatti dei passi avanti, segno che il problema c’era e si è cercato di risolverlo: evitare di giocare con il caldo pomeridiano era una proposta costruttiva per tutelare la salute degli atleti, reduci da un lungo periodo di inattività e che dovranno oltretutto affrontare un calendario molto compresso. È interesse di tutti la tutela della salute di chi va in campo”. Così Umberto Calcagno, vicepresidente Aic, ai microfoni di “La politica nel pallone” su Rai Gr Parlamento, riguardo gli orari delle partite alla ripresa del campionato.
“Dietro le quinte abbiamo lavorato tanto - ha proseguito - e siamo pronti per la ripresa: far ripartire il calcio è un bel segnale per tutto il Paese, e per il nostro sistema con tutto l’indotto che crea anche per le categorie minori” È stato un periodo molto difficile, le cose che si dicevano un giorno venivano smentite il giorno seguente, ma non per colpa di qualcuno in particolare, ma per un virus sconosciuto che ha generato molte incertezze. Credo comunque che, al di là della diversità di vedute tra le varie componenti calcistiche, oggi il nostro mondo si sia ricompattato, tutti si sono messi a remare dalla stessa parte e i risultati si vedono. Non tutti i problemi sono stati risolti e continueremo a lavorare per trovare insieme le soluzioni adeguate”.
Riguardo il problema dei contratti in scadenza al 30 giugno. “Le indicazioni della Fifa che riguardano la questione del prolungamento dei contratti, non lasciano molto margine rispetto alla contrattazione individuale. Oltretutto abbiamo diverse tipologie di contratti: ci sono calciatori che hanno sottoscritto dei biennali, altri in scadenza, altri ancora hanno già firmato per un’altra società dal 1° luglio. Ritengo che tutti abbiano bene in mente che la ripresa dovrà comportare sacrifici per qualcuno, si giocherà per un mese e mezzo in più e di questo si dovrà tener conto. Magari chi ha contratti biennali sarà avvantaggiato, altri dovranno sedersi ad un tavolo e trovare soluzioni con più soggetti”.
“Lo stato d’animo dei calciatori, in vista della ripresa del campionato, è una situazione soggettiva a seconda di come è stato vissuto questo evento. Alcuni hanno contratto il virus, altri hanno vissute in zone maggiormente colpite e quindi c’è una percezione molto diversa da squadra a squadra. Magari qualcuno avrà minore serenità ed un approccio diverso, ma la comune volontà di riprendere non è mai stata in dubbio: la voglia di tornare in campo, nel momento in cui i protocolli lo permettono, non è mai mancata e oggi l’auspicio è che la situazione generale continui a migliorare e che la curva epidemiologica ci faciliti nelle prossime settimane. Mi auguro in questo senso che presto anche la Serie B e la Lega Pro riescano a ripartire perché dispiacerebbe avere un professionismo che va a due velocità”.