Il 6 giugno è una data storica nelle recenti vicende dell'Inter: questa è la data in cui, nel 2016, il club nerazzurro cambia di nuovo proprietà venendo ceduta da Erick Thohir al Gruppo Suning. L'annuncio arriva in un albergo di Nanchino, in Cina, alla presenza di Zhang Jindong. Quella è un'Inter reduce da anni di smantellamento, magri risultati e cattive operazioni di mercato: ecco a che punto è il club quattro anni dopo.
Sono le nove del mattino all'hotel Sofitel di Nanchino, una lussuosa struttura asiatica dove due uomini d'affari, asiatici anche loro, si preparano a scrivere una pagina di storia. Il palco è a forti tinte nerazzurre, le scritte che campeggiano sulla parete sono in lingua inglese e cinese. Eppure la platea di giornalisti che attendono che i due inizino a parlare è fortissimamente italiana. Perché i due uomini in questione si chiamano Erick Thohir e Zhang Jindong, e quello di cui si preparano a parlare è il passaggio di proprietà dell'Inter. Che in data 6 giugno 2016 diventa cinese, da indonesiana che era.
L'Inter viene da anni difficili, e che i fan vorrebbero dimenticare quanto prima. Solo un decennio prima stava per iniziare un decennio di scudetti e vittorie, il mitico Triplete di Mourinho e Moratti sembra invecchiato in maniera terribilmente prematura nonostante i suoi soli sei anni d'età, cancellati da stagioni difficili. Benitez e Leonardo, Gasperini e Ranieri, Stramaccioni e Mazzarri gli allenatori che via via raccolgono il pesantissimo testimone dello Special One, con la squadra che dai trionfi europei e mondiali viene progressivamente smantellata e ricostruita con uomini entrati nell'immaginario collettivo e entrano nella storia dalla porta sbagliata. Forlan, Guarin, Ricky Alvarez, Zarate, Obi, Livaja, Rolando, Campagnaro, Taider, Mudingayi e Belfodil sono solo alcuni dei giocatori che transitano da Milano in quegli anni e diventano loro malgrado i simboli di una squadra lontanissima dai suoi recentissimi fasti. Insieme a quel Jonathan a cui qualcuno pretende di trovare addirittura un tocco di divinità.
L'Inter sembra insomma aver perso completamente la bussola: seconda alle spalle del Milan nel 2011, da allora in campionato ha raccolto un sesto, un nono, un ottavo e un quinto posto a fine anno. Tanto che il quarto di quel 2016 viene accolto con un parziale sollievo, e una squadra che con la guida di Roberto Mancini quantomeno ha ripreso a frequentare i quartieri medio-alti del calcio italiano. E a sentire il profumo delle competizioni continentali, sebbene solo dell'Europa League. E la riprova del declino nerazzurro è che il capitano della squadra, che è già Mauro Icardi, nemmeno ha mai collezionato nemmeno un gettone in Champions League.
Questa l'Inter che in quel 6 giugno 2016 si prepara a passare alla gestione Suning, dopo quell'esperienza Thohir nata nel 2013 dopo una lunghissima attesa e tramutatasi in anni che è riduttivo definire dimenticabili. E forse le premesse di quel mattino cinese fanno rabbrividire qualcuno, nel momento in cui un avventato interprete si lascia scappare un inopportuno "Vogliamo riportare Milan al top". Alla mente torna quel "Forza Inter" pronunciato da Thohir con una cadenza zoppicante nel suo primo giorno da numero uno nerazzurro, e temere un nuovo pasticcio presidenziale è lecito.
Invece la nuova proprietà fa sul serio: subito la famiglia Zhang si prende il 68,55% del club e il successivo 29 giugno vara un aumento di capitale da 142 milioni. Sono le basi di un progetto proseguito anno dopo anno, fino ad arrivare in zona 600 milioni di investimenti totali con il bilancio di fine 2018-2019. Intanto la squadra è tornata ad arricchirsi di calciatori di livello internazionale (ultimo dei quali è il fiore all'occhiello della campagna di rinforzi della passata estate, Romelu Lukaku). Ma soprattutto l'intero organigramma societario è stato rinforzato, sono cambiati gli uffici, il centro sportivo è stato rinnovato assumendo la denominazione di Suning Training Centre e il progetto tecnico è stato affidato via via a Beppe Marotta e al nuovo allenatore Antonio Conte. Che proseguendo il lavoro di chi li aveva preceduti (Luciano Spalletti, che aveva riportato la squadra in Champions League dopo sei anni di assenza).
Oggi l'Inter festeggia il quarto anniversario di quella operazione commerciale conscia di una squadra che prima dello stop del calcio era terza in classifica e a lungo era rimasta a strettissima distanza dalla Juventus capolista. Un'Inter di nuovo in orbita scudetto: questo era lo scopo, e la gestione Zhang ci si sta già avvicinando. A dispetto di quella conferenza stampa iniziata tra mille perplessità.