Trent’anni. Tanto è passato dalla cerimonia d’apertura e dal match inaugurale dell’ultimo grande evento calcistico per nazionali svoltosi sul suolo italiano, la Coppa del Mondo 1990. Proprio l’8 giugno, infatti, il rinnovato stadio Giuseppe Meazza di Milano fece da cornice alla prima partita del Mondiale, che come da tradizione dell’epoca vedeva impegnata la squadra campione in carica, l’Argentina. Quel match inaugurale, però, è tuttora ricordato per l'impresa dei Leoni Indomabili del Camerun, che nonostante l'inferiorità numerica batterono la nazionale sudamericana con lo storico gol di François Omam-Biyik. Una partita entrata nella leggenda di questo sport.
Quello del match inaugurale fra Argentina e Camerun sembra un copione già scritto. Nessuno può immaginare un risultato diverso dalla vittoria dell'Albiceleste, che vanta diversi reduci del vittorioso Mondiale messicano di quattro anni prima e soprattutto ha Diego Armando Maradona nel motore. Dall’altra parte c’è una formazione che presenta calciatori semisconosciuti, ad eccezione di qualche veterano del Mundial '82 (unica partecipazione precedente, tra l'altro nel girone che comprendeva l'Italia) come il portiere Thomas N’Kono, il libero Emmanuel Kundé e l’attaccante 38enne Roger Milla. Il match è anticipato dalla cerimonia d’apertura sulle note di 'Un'estate italiana', inno ufficiale della manifestazione cantato da Edoardo Bennato e Gianna Nannini e conosciuto come 'Notti magiche', espressione con cui sarà conosciuta l'intera competizione (anche grazie al lungo cammino dell'Italia, che finirà terza). Dappertutto campeggia la bizzarra mascotte del torneo, ‘Ciao’, in campo sfilano modelle e modelli di tutti i continenti, vestiti da grandi stilisti del Bel Paese. La cerimonia termina poco prima delle 18, orario in cui è programmato il primo dei 52 incontri di Italia 90. Gli argentini capiscono ancor prima del calcio d'inizio che l'atmosfera non è a loro favore, visto che il loro inno riceve dei fischi dagli spalti: qualcuno, evidentemente, ha ancora il dente avvelenato dopo le polemiche delle ultime settimane di campionato, con lo scudetto vinto dal Napoli sul Milan a seguito di un finale a dir poco convulso. Al di là dei fischi, in ogni caso, resta la certezza della superiorità degli argentini: si prevedono gol a grappoli per la nazionale allenata da Carlos Bilardo.
Il match, però, racconta altro fin da subito. L’attacco argentino non si esprime al meglio, gli africani non risparmiano colpi anche piuttosto duri e provano a sfruttare il contropiede. Il pubblico neturale fa capire subito da che parte sta: si esalta quando i giocatori in maglia verde tentano una ripartenza, rumoreggiano quando in attacco c'è l'Argentina. I camerunensi, agli ordini del russo Valeri Nepomniachi, lo capiscono e prendono coraggio minuto dopo minuto. Si fanno anche pericolosi un paio di volte davanti alla porta di Nery Pumpido, con il giovane attaccante Omam-Biyik e l’estrosa mezza punta Cyrille Makanaky. Si va all’intervallo sullo 0-0, Bilardo decide che è tempo di tirar fuori l’artiglieria pesante: fuori Ruggeri, un difensore, dentro Claudio Caniggia. La mossa sembra funzionare, l’Albiceleste sembra più viva e il Camerun va in difficoltà. Al 61’ arriva quello che sembra il punto di svolta: Caniggia, servito da Maradona, si invola in direzione dell’area e viene contrastato alle spalle da André Kana-Biyik. L’azione è lontana dalla porta e quello del camerunense non sembra un fallo particolarmente cattivo: tuttavia l’arbitro, il francese Michel Vautrot, decide di estrarre il cartellino rosso e il Camerun resta in dieci. La logica vorrebbe che la superiorità numerica sia un vantaggio determinante per l'Argentina, ma al 67' avviene l'impensabile. Sugli sviluppi di una punizione dalla sinistra, Makanaky alza un pallone a campanile in area, Omam-Biyik salta altissimo e colpisce il pallone, che sembra facile preda di Pumpido: il portiere argentino però non riesce a trattenere la sfera, che rotola placida oltre la linea per il sorprendente 1-0. Il Camerun è avanti, San Siro esulta con i Leoni Indomabili. Il resto della partita è una vera e propria battaglia. L’Argentina è nervosa e non riesce a sfondare una linea difensiva impenetrabile: sono tutti dietro tranne l'autore del gol e Makanaky, sostituito da Milla a 9 minuti dalla fine. Al minuto 88 Caniggia ci prova con la forza della disperazione e salta due avversari in velocità ma il terzo, Massing, nonostante sia già ammonito, lo stende con un intervento più consono a un incontro di wrestling che a una partita di calcio. Il rosso è inevitabile, il Camerun è costretto a giocare gli ultimissimi minuti in nove ma all’Argentina non basta: sono gli africani a far esplodere di gioia San Siro, regalando un’incredibile sorpresa nel match di apertura del Mondiale.
I Leoni Indomabili saranno protagonisti delle 'Notti magiche' arrivando primi nel girone e fermandosi solo ai quarti, sfiorando l'impresa contro l'Inghilterra che la spunterà ai supplementari. L’Argentina, invece, riuscirà a superare il turno classificandosi tra le migliori terze e arriverà fino in fondo, battendo ai rigori gli Azzurri di Azeglio Vicini in semifinale (uno dei più grandi rimpianti dell'Italia calcistica) e venendo sconfitti nell'atto conclusivo dalla Germania Ovest, grazie a un dubbio rigore trasformato da Andreas Brehme nel finale. Fra l'8 giugno e l'8 luglio, quindi, le gerarchie del calcio furono più o meno ripristinate, ma in quel pomeriggio inaugurale del Mondiale 90 gli appassionati di questo sport videro letteralmente Davide battere Golia.