Continua la battaglia di Lewis Hamilton contro il razzismo. Il campione inglese si è nuovamente sfogato sui social in seguito alle proteste scoppiate in tutto il mondo per la morte di George Floyd e, questa volta, ha parlato di una vicenda che riguarda direttamente il suo paese d'origine, ovvero l'abbattimento della statua di Edward Colston da parte di alcuni manifestanti di Bristol: "Si dice che vada in un museo, ma la statua di quell'uomo dovrebbe rimanere nel fiume, proprio come le 20.000 anime africane che sono morte durante il viaggio e gettate in mare, senza sepoltura o memoriale - ha scritto su Instagram il pilota Mercedes - Le ha rubate dalle loro famiglie, dal loro paese e non deve essere celebrato!".
Colston era un commerciante inglese del 17° secolo, che fu coinvolto anche nella tratta degli schiavi come membro della Royal African Company. Il monumento a lui dedicato è stato abbattuto lo scorso 7 giugno e trascinato fino al porto di Bristol, dove i manifestanti del movimento Black Lives Matter lo hanno gettato nel fiume Avon: "Edward Colston era un mostro che ha comprato, venduto e commerciato esseri umani, costringendoli alla schiavitù fino alla loro morte - ha ricordato Lewis, che solo pochi giorni fa si era sfogato ricordando il bullismo subito da bambino per il colore della sua pelle - Nessuno che ha compiuto questi gesti dovrebbe essere onorato in alcun modo. Era terrorismo. È terrorismo. Ora e allora. Non avrebbe mai dovuto avere una statua. Sono fiero degli attivisti di Bristol che l'hanno tirata giù. Tiratele giù tutte, ovunque. Io supporto questa cosa".
L'APPOGGIO DI ROSS BRAWN: "SOSTENIAMO TOTALMENTE LEWIS"
Le prese di posizione di Hamilton hanno incassato anche l'appoggio dei veritici della Formula 1: "Lewis è un grande ambasciatore di questo sport e penso che i suoi commenti siano molto validi - ha detto Ross Brawn - Sosteniamo totalmente ciò che Lewis ha detto. Quello che è successo è stato terribile, succede troppo spesso. Avete visto la reazione pubblica. È la goccia che ha fatto traboccare il vaso e lo sosteniamo totalmente. La F1 sta lavorando per aumentare la diversità. Abbiamo capito da alcuni anni che dobbiamo rafforzare il nostro programma di diversità, sia internamente come azienda che esternamente abbiamo iniziato a lavorare su questo. La F1 è una meritocrazia molto forte, dovrebbe sempre essere così. Dovrebbe essere sempre il migliore a vincere. Non possiamo forzarlo, ma possiamo offrire maggiori opportunità alle minoranze e ai gruppi etnici di essere coinvolti nello sport motoristico, non solo nella guida, ma anche nell'ingegneria e in altre attività. Ecco dove siamo con la Formula 1".