Nel numero di 'Oggi' in edicola da domani, Gianni Rivera e Sandro Mazzola raccontano la partita del secolo, quell'Italia-Germania 4-3 di cui ricorre il cinquantesimo anniversario. E l'ex capitano milanista coglie l'occasione per un annuncio: "Se invidiavo la velocità di Mazzola? Stavo benissimo com'ero. Non ho mai guardato gli altri. Avevo una mia idea di calcio offensivo. E mi piacerebbe metterla in pratica". In che senso? "Ho preso da poco il tesserino e posso allenare. Se il Milan ha bisogno di una mano, io sono qua".
Nell'intervista doppia dice Mazzola: "È la partita dei due secoli... L'unico incontro paragonabile quanto a pathos è forse Italia-Brasile 3-2, al Sarrià di Barcellona. Ma resta pur sempre una tacca sotto la nostra semifinale". E ricorda: "La rivalità con Gianni è stata un'invenzione della stampa a uso e consumo delle tirature. In realtà tra di noi c'è sempre stata stima reciproca. Le ricordo che assieme abbiamo fondato il sindacato calciatori. Sebbene dovessimo andare quasi di nascosto alle riunioni. Perche' se i nostri tifosi ci vedevano insieme, partivano insulti per entrambi".
Rivera, invece, è ancora arrabbiato per la mancata staffetta in finale: "Baratterei al volo quel mio quarto gol alla Germania in cambio della finale che non ho praticamente giocato... Io polemiche non ne feci allora, quando, in ossequio alle disposizioni del ct Valcareggi, entrai disciplinatamente in campo per quella manciata di secondi. E non intendo certo riaprirle adesso. Peraltro con l'allenatore rimasi in buoni rapporti. So che non ne aveva colpa. La mia panchina fu una decisione politica".