"Ci sono delle persone destinate a rimanere nella leggenda, campioni eterni e talenti unici di cui è impossibile non innamorarsi". Con queste parole si apre il lungo e profondo messaggio che l'Inter ha voluto dedicare a Mario Corso, morto sabato mattina a 78 anni. "Mario è stato questo e lo sarà per sempre, perché nella storia del calcio nessuno è stato o sarà mai come lui - si legge ancora sul sito del club nerazzurro - Il suo mancino, le punizioni a “foglia morta” hanno incantato il mondo intero: tutti hanno provato un tiro alla Mario Corso, lo hanno raccontato, sognato e tramandato alle generazioni future".
"I calzettoni sempre arrotolati, in omaggio al suo idolo, Omar Sivori, il suo ingresso sul prato del “Meazza” era sempre preceduto da tre tocchi con il piede sinistro sul primo gradino dello spogliatoio, poi con quel mancino in campo cominciava a fare magie e disegnare calcio. Come il 12 maggio del 1965, quando a San Siro c’era da ribaltare la semifinale contro il Liverpool e la sua parabola diede il via ad una delle rimonte più belle della storia nerazzurra. Ma Mario Corso è soprattutto l’Inter, è entrato così profondamente nel cuore dei tifosi da essere allo stesso tempo “il sinistro di Dio” - come lo aveva ribattezzato il ct di Israele dopo il match contro l’Italia del 1961 - e Mariolino, un idolo e un amico.
Il 30 novembre del 1958 con il suo gol contro il Bologna a 17 anni, 3 mesi e 5 giorni diventa il marcatore più giovane della storia nerazzurra, prima di confermarsi protagonista della “Grande Inter”. Sincero, diretto e mai banale, come il suo calcio. Ala sinistra dal talento smisurato con l’Inter dal 1957 al 1973 ha giocato 502 partite segnando 94 gol con la sua numero 11. Capitano per tre stagioni, ha conquistato 4 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali, prima di intraprendere una lunghissima carriera nerazzurra come dirigente e come osservatore, sempre a contatto con chi grazie a lui ha scoperto un nuovo modo di fare calcio, quello alla Mario Corso, i tifosi nerazzurri e tutti gli appassionati di questo sport.
Ciao Mario, ci mancherà tutto di te".