Lewis Hamilton vuole abbattere le statue

Ma nelle sue posizioni estreme c'è qualcosa che non torna

Come tutti ben sappiamo, l’omicidio dell’afroamericano George Floyd è stato l’innesco di una polveriera di proteste antirazziste negli Stati Uniti d’America che, attraverso i social network, si è riversata anche in Europa e in particolare nel Regno Unito. Black Lives Matter, movimento attivista nato nel 2013 in USA, e gli stessi movimenti “antifa” americani rivendicano la paternità delle manifestazioni, ormai fenomeno globale.

Attraverso la leva della questione razziale – mai lontanamente risolta oltreoceano nemmeno durante l’amministrazione di Barack Obama – ha preso piede una pericolosa e non ben definita furia iconoclasta. Come afferma il noto accademico Alessandro Barbero in una recente intervista a ilforo.eu:

“Fare l’inventario delle statue e abbattere quelle dedicate a personaggi storici non perfetti e non in linea con i valori moderni è un’idiozia ed è una forma di vergognoso e arrogante imperialismo culturale verso gli abitanti di quel luogo diverso che è il passato.”