"E' un po' come quando dici ai tuoi figli che cercano di imparare ad andare in bicicletta che devono indossare il casco. E loro dicono 'no, no e no'. Poi vanno in bici, cadono e mettono il casco". Andrea Gaudenzi, presidente dell'Atp, accusa Novak Djokovic dopo la positività al coronavirus. Critico anche il collega Nick Kyrgios: "Preghiere per tutti i giocatori che hanno contratto il Covid. Non ditemi più di essere 'irresponsabile' o 'stupido', questo le supera tutte". Poco tenero anche l'amico Andy Murray: "Spero che si possa trarre insegnamento".
Il mondo del tennis se la prende con Djokovic e la sua idea irresponsabile di organizzare l'Adria Tour in piena pandemia. A guidare le fila di coloro a cui non è piaciuto il comportamento del numero 1 al mondo è il presidente dell'Atp, Gaudenzi. "Ora sappiamo tutti che il virus può essere contratto molto facilmente, quindi staremo ancora più attenti e forse avremo un po' più di tolleranza verso la bolla - ha aggiunto - Ovviamente dispiace per i giocatori, vogliamo che si riprendano il prima possibile. Sappiamo che ci sono state molte critiche, ma dobbiamo stare tutti attenti ed essere consapevoli che, anche con misure estreme, potrebbero esserci delle positività. Corriamo tutti il rischio".
Nole viene bacchettato anche dal bad boy del circuito, l'australiano Kyrgios, spesso e volentieri colpevole di comportamenti al di sopra delle righe. "Sciocca decisione di andare avanti con questi tornei di esibizione ‘a recupero rapido', ma è quello che succede quando si ignorano tutti i protocolli. Questo non è uno scherzo" il tweet del vetriolo.
Sconcertato dal comportamento dell'amico anche Murray. “Ho sempre avuto un bel rapporto con Nole - ha detto il campione scozzese - ma quanto accaduto in questi giorni non ha dato una bella immagine del tennis. È importante che gli atleti di rilevanza mondiale mostrino di prendere molto sul serio quanto sta accadendo, rispettando le misure di distanziamento sociale. Io e il mio fisioterapista durante le sedute utilizziamo le mascherine per ridurre il rischio“. La preoccupazione è anche politica, nonostante l’Atp non sembri in ansia per la ripresa ufficiale a partire dal 14 agosto. “Spero che si possa trarre insegnamento da quanto accaduto all’Adria Tour. Anche perché il circuito farebbe fatica a ripartire se ogni settimana dovessimo avere problemi con i tennisti che si sentono di fare ciò che vogliono, senza particolari attenzioni“.