Due calci d’angolo, due zuccate e il Napoli spazza subito via l’idea di una squadra ormai appagata dalla Coppa Italia e dall’accesso ai gironi della prossima Europa League. Ma il rischio c’era. “Sono stato calciatore e non avevo buone sensazioni per questa gara dopo i vari festeggiamenti post Coppa. La squadra invece ha dimostrato grande maturità per la prestazione che ha fatto”, le dichiarazioni di Gattuso hanno spiegato quanto forte fosse la paura di veder sperperato un patrimonio costruito con fatica e sudore nell’arco di soli sei mesi. Invece no, il Napoli c’è e darà battaglia per provare a rientrare tra le prime 4 della serie A.
Il rilassamento tanto temuto non c’è stato, anche grazie alla 13esima rete (su 25 partite) di Milik, e l’opzione dei 5 cambi ha dato anche una possibilità a quelli che solitamente ammuffiscono in panchina. In primis Lozano. La cura Gattuso gli sta facendo bene, tanto che contro il Verona in soli 6 minuti ha segnato un gol e ne ha sfiorato un altro. “La prossima volta potrebbe toccare a Younes”: solo un grande conoscitore di calciatori e di spogliatoi riesce a dare a tutti i suoi uomini la stessa dignità e svariate possibilità. C’è tutto il marchio Gattuso in questo Napoli che ha vinto 9 delle ultime 12 partite, che ha già vinto la Coppa Italia, è qualificato alla prossima Europa League e adesso sta facendo tremare il Barcellona che dovrà batterlo l’8 agosto al Camp Nou per andare avanti in Champions.
E nel rilancio del Napoli c’è tutta la sconfitta di Carlo Ancelotti. Con lui al timone, questa squadra sembrava poco omogenea e composta da calciatori di livello non eccelso, ma non è affatto così. Mai come quest’anno c’è davvero poca differenza tra quelli che giocano spesso e gli altri che aspettano in panchina e poche squadre al mondo dispongono di due portieri di caratura internazionale come Ospina e Meret, oltre ad un terzo (Karnezis) che è stato anche nazionale greco. Nulla è precluso a questa squadra che ha in attacco Mertens, cioè il bomber che ha realizzato di più (122 gol) nella storia del Napoli, che oggi non segna tantissimi gol. Poco male, ora che Ringhio ha registrato anche la fase difensiva: soltanto 4 gol subiti nelle ultime 8 partite, mezzo ogni 90 minuti. Il messaggio è, mai più allenatori-manager, a Napoli funzionano solo quelli che faticano tutti i giorni, in campo con la squadra.