CUORE TIFOSO INTER

Cuore Tifoso Inter: la matrice degli stessi peccati

L’incredibile numero di errori mentali e tecnici dell’Inter col Sassuolo, metafora di una squadra che non ha ancora interpreti adeguati per vincere

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© Getty Images

Dal momento in cui è iniziata Inter-Sassuolo, Conte e la sua squadra hanno dato vita ad un teatro della follia, imbastendo una serie di errori a ripetizione, in ogni reparto, culminato con un finale da psicanalisi non molto diverso da quello già messo in scena con l’Empoli due anni prima. In quel caso andò bene ma è evidente che le rivoluzioni all’Inter creino più facilmente caos e pareti di argilla. Dall’inizio della gara abbiamo assistito all’errore di Ranocchia e Borja Valero in occasione del gol elementare del Sassuolo, allo spaesamento di tutta la squadra messa in campo colpevolmente da Conte, con un eccesso di confidenza nei ricambi in ruoli chiave.

Abbiamo visto errori in difesa, centrocampo e attacco per buona parte del primo tempo, poi il surreale gol sbagliato da Gagliardini a  due metri dalla porta (vuota), il fallo inutile di Ashley Young che ha dato il rigore agli avversari, l’errore di Candreva davanti al portiere, tutta la squadra sballottata senza gioco, idee e testa da un Sassuolo che ha trovato ben due volte il gol del pareggio in pochi minuti, l’espulsione di Skriniar e un nervosismo alle stelle, dovuto probabilmente alla convinzione di dover credere per forza di poter lottare per lo scudetto.

Le menti di ogni giocatore nerazzurro degli ultimi anni sono rivestite di un’instabilità emotiva che deve essere frutto più di un ambiente in continuo fermento che di una predisposizione al masochismo. Se l’Inter ogni anno commette gli stessi errori, gioca le stesse partite, resta pazza anche se gli togli l’inno, anche se arriva un allenatore quadrato e preciso, pure se si insedia il miglior dirigente italiano e cambia tutti i giocatori, l’equazione non può che essere legata ad una società troppo instabile nella sua espressione di questi anni.

Serve stabilità e dunque lo stesso tecnico per almeno tre anni (non accade dai tempi del primo Mancini), la stessa dirigenza, la stessa ossatura e una rosa profonda, con giocatori di autentica qualità, perché se persino il Sassuolo ha palleggiatori migliori di quelli nerazzurri va fatta una riflessone sul tipo di giocatore che l’Inter intende acquistare in futuro. Il problema infatti è soprattutto tecnico perché troppi giocatori non hanno il bagaglio necessario per poter aspirare al salto di qualità definitivo.

L’espressione di Conte davanti alle telecamere, con l’aria assente e le frasi professionali ma prive di convinzione rivelavano platealmente la frustrazione del tecnico. Se avesse potuto avrebbe scaraventato qualcosa e usato le cattive maniere con i suoi giocatori ma forse sa che è inutile. Non si cambia la squadra in un mese e ora sa che anche il terzo posto è a rischio. L’Atalanta è ad un passo e vince sempre, il Parma, settimo in classifica domenica rappresenta un altro campionato e sarà bene che almeno quello l’Inter lo vinca    

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